Tria fa il signorsì in Europa e se la prende con la Lega: «Ma quali minibot…»
Missione non facile per il ministro Giovanni Tria convincere l’Ue a fare un passo indietro sulla procedura di infrazione. Unico problema, non proprio irrilevante, ha detto il responsabile dell’Economia è dimostrare a Bruxelles «quello che stiamo facendo» e l’impegnop ad abbassare il deficit.
Tria: con Moscovici il dialogo è aperto
«Con il commissario europeo agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici – spiega al magrine dell’Ecofin a Lussemburgo (dove «si è trovato a suo agio») – partiamo nel nostro dialogo: gli anticiperò quelli che saranno i nostri programmi per quest’anno e per l’anno prossimo, che sono già conosciuti e lui mi dirà che cosa si aspettano da noi e apriamo il negoziato. L’unico problema, poiché siamo a metà anno e non ci sono documenti ufficiali, nuovi da far uscire, è vedere come dimostrare quello che stiamo facendo». Ma è arrivato a mani vuote davanti ai 18 ministri dell’Eurozona con i falchi sul piede di guerra. Prima del vertice Tria incontrato Valdis Dombrovskis per un faccia a faccia. Il vicepresidente è stato molto chiaro: «Serve una correzione sostanziale della traiettoria di bilancio, sia per il 2019 che per il 2020». Insomma una manovrina correttiva subito (circa 4 miliardi), che però il Mef continua a smentire categoricamente.
Servono azioni concrete per abbassare il deficit
«Azioni concrete – risponde Tria alla stampa sulla strategia per evitare la procedure – significa far vedere perché noi diciamo che possiamo arrivare a un abbassamento del deficit previsto nel Def dello 0,2», cioè 0,2 punti percentuali in meno rispetto al 2,4% nel 2019 scritto nel Documento di Economia e Finanza pubblicato in aprile, quindi intorno al 2,2%. «Dovremo dargli le cifre e da dove vengono. Non solo la Francia ma tutto l’Eurogruppo ha preso atto delle conclusioni della Commissione e invitato ad andare avanti nel dialogo. Rimango ottimista». Quanto all’ipotesi dei minibot lanciata dalla Lega, Tria dice di concordare con il giudizio negativo del direttore del Fmi, Christine Lagarde. «Sì, naturalmente, sono una cattiva idea», dice riaprendo il braccio di ferro con Salvini.
«Accolgo con favore gli impegni di Tria e Conte, so che agiscono in buona fede e con buona volontà per un accordo, ma ci servono più dati, più impegni, fatti, e misure necessarie, perché alla fine le regole sono regole e i conti devono tornare», ha puntualizzato il commissario Moscovici al termine della riunione fiume durata oltre dieci ore in cui l’Eurogruppo ha raggiunto il «miglior compromesso possibile» nell’accordo sul bilancio della zona euro, anche se al momento mancano molti dettagli sul tipo e il livello di finanziamento. Intanto il premier Giuseppe Conte fa sapere di non aver ancora inviato l’annunciata lettera a Bruxelles sui conti pubblici italiani.
Potevamo aspettarci che questo ometto delle mezze maniche avesse gli attributi per essere autorevole? Sui minibot non ha capito una mazza ed una lezione di Malvezzi gli avrebbe allargato la mente. Sicuramente ha ubbidito al suo Capo. Poveri noi, in che mani siamo messi! Tutti a 90 gradi, come i musulmani quando pregano.