Ue, mano pesante sull’Italia. Scatterà la procedura d’infrazione: «Violate le regole sul debito»
La procedura di infrazione per l’Italia scatterà, inevitabile. Confermata la mano pesante di Bruxelles. A poche ore dalle raccomandazioni che la Commissione europea ha diffuso i vari Paesi, il commissario europeo al Bilancio Guenther Oettinger aveva anticipato il verdetto. «Se i numeri verranno confermati, non potremo sottrarci alla procedura di infrazione», ha detto in un’intervista all’emittente televisiva tedesca N-t. «L’Italia non dovrebbe diventare un rischio per l’eurozona», ha aggiunto mettendo sotto tiro il deficit italiano «troppo alto».
E così è stato. L’avvio di una procedura per debito nei confronti dell’Italia «è giustificato». Lo ha stabilito la Commissione europea nella comunicazione al Consiglio e al Parlamento europeo sulle raccomandazioni specifiche per Paese. Per l’Italia, la relazione conclude che è giustificata una procedura per disavanzi eccessivi per il debito e sarà proposta . «In Italia le prospettive per la crescita e le finanze pubbliche sono peggiorate e le recenti misure messe in atto fanno marcia indietro su parti di riforme attuate in precedenza, anche in relazione al sistema pensionistico», si legge nelle motivazioni della lettera spedita all’Italia.
La procedura di infrazione per l’Italia è giustificata
Una tegola annunciata che avrà pesanti ripercussioni sulla tenuta del governo A nulla è valsa la lettera di risposta all’Europa del ministro Tria con le rassicurazioni sui conti pubblici, oggetto di polemiche e levate di scudi dei grillini dopo la pubblicazione di una prima bozza giudicata «inaccettabile» per Di Maio. Il documento del ministero di via XX settembre per la Ue «è una spiegazione che mitiga solo in piccola parte la mancata riduzione del debito. Inoltre sono le scelte politiche del governo ad aver contribuito a questo rallentamento del Pil con un effetto negativo su fiducia e accesso al credito».
Nel mirino la riforma pensionistica
Nel mirino della Commissione le principali riforme el governo gialloverde, a partire da Quota 100, l’anello debole dei conti. conti, «che cancella in parte gli effetti positivi delle riforme delle pensioni e indebolisce la sostenibilità del bilancio italiano.» Da Roma Salvini e Di Maio hanno già fatto sapere che non ci saranno passi indietro sulla riforma pensionistica e sul reddito di cittadinanza. Il braccio di ferro con l’Ue è appena iniziato. Quello di oggi sè soltanto un primo passo forse “negoziabile” dal nostro Paese. E non c’è dubbio che il governo a trazione leghista non intenda subire passivamente le pagelle di Bruxelles come ha anticipato Salvini. Il via libera ufficiale sulle sanzioni spetterà infatti agli Stati europei. Il prossimo step è in programma martedì quanto ad esprimersi saranno gli sherpa dei vari Paesi in cui si discutere se procedere con la procedura o tentare un negoziato con l’Italia. Scondo indiscrezioni anche il Fondo monetario internazionale, come anticipato alla Reuters da una fonte europea, si prepara a una bocciatura dei nostri conti pubblici, il debito italiano sarebbe uno dei maggiori rischio per l’area euro insieme alla Brexit e alle tensioni commerciali in corso tra Stati Uniti e Cina. Il verdetto definitivo potrebbe arrivare il 9 luglio dall’Ecofin, il consiglio dei ministri delle Finanze dell’Unione europea. Palazzo Chigi avà tempo fino ad allora per evitare la stangata di Buxelles. La vita d’uscita di una manovra aggiuntiva da 3,6 miliardi per ora è categoricamente esclusa.