Zeffirelli, la politica lo ricorda: ruppe il muro del conformismo di sinistra

15 Giu 2019 15:37 - di Guglielmo Federici

La scomparsa di Franco Zeffirelli ha scosso la cultura italiana e il mondo politico. Stanno arrivando ininterrottamente messaggi di cordoglio a sottolineare il vuoto per la morte di un grande maestro. «Addio a Franco Zeffirelli, regista della bellezza, grande artista e libero pensatore», commenta Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Cultura. L’esponente di FdI ne sottolinea l’indipendenza e il coraggio intellettuale: «Zeffirelli sfidó l’egemonia culturale della sinistra e del politicamente corretto. Da posizioni liberali e solidamente anticomuniste, insegnando proprio alla sinistra intellettuale come fare cinema, teatro e lirica. Fu un uomo non dedito ai compromessi. Mancherá al panorama culturale italiano e internazionale», commenta Mollicone.

La Casellati lo aveva premito al senato ad aprile

«Zeffirelli non solo è un gigante della cultura, ma anche un uomo coraggioso, sceso in campo con il centrodestra e con Berlusconi. Ruppe il muro del conformismo degli ‘intellettuali’ proni alla sinistra. Grande anche per questo», commenta il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Era stato invitato proprio due mesi fa a Palazzo Madama dalla presidente Elisabetta Casellati, che esprime «cordoglio personale e come presidente del Senato per la scomparsa di un genio dell’arte e della cultura». Il presidente Casellati ha ricordato: «Nel mese di aprile l’ho voluto in Senato per tributargli un omaggio quale eccellenza italiana universalmente riconosciuta, capace di trasporre sui palcoscenici più importanti del mondo e sul grande schermo le atmosfere, lo spirito e le emozioni del teatro e dell’opera lirica. È stato un momento di grandissima emozione e commozione».

Foa e Salini: «“Gesù di Nazareth” ha segnato la storia della Rai

«Franco Zeffirelli è stato un punto di riferimento per la cultura italiana nel mondo, un intellettuale libero e coraggioso», dichiarano il Presidente della Rai Marcello Foa e l’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, che proseguono: «In particolare, la memoria di tutti i telespettatori resterà sempre legata alle sue grandi regie, come quella del 1976 dell’Otello dal Teatro alla Scala di Milano. In modo indelebile, Zeffirelli è per tutti noi ‘Gesù di Nazareth’, coprodotto dalla Rai, che ha segnato la storia del servizio pubblico, un successo internazionale per qualità e consensi e, soprattutto, un momento in cui l’Italia intera si è sentita unita nell’ammirare il capolavoro di un suo grande Maestro”.

Attori e intellettuali

Il regista e intellettuale Edoardo Sylos Labini, direttore della rivista “Cultura identità” ricorda «un artista amato nel mondo, da sempre contro il politicamente corretto». L’attore greco Yorgos Voyagis, che intepretò Giuseppe nello sceneggiato televisivo Gesù di Nazareth diretto da Franco Zeffirelli nel 1977, ricorda sul suo profilo Instagram il maestro scomparso oggi. «Sono profondamente rattristato dalla notizia della perdita del mio caro amico Franco Zeffirelli, Il maestro. Sono davvero onorato e mi sento benedetto per aver conosciuto ed aver lavorato con uno dei più grandi registi del nostro tempo»

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  • Cecconi 15 Giugno 2019

    «Addio a Franco Zeffirelli, regista della bellezza, grande artista e libero pensatore», commenta Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Cultura. L’esponente di FdI ne sottolinea l’indipendenza e il coraggio intellettuale: «Zeffirelli sfidó l’egemonia culturale della sinistra e del politicamente corretto. Da posizioni liberali e solidamente anticomuniste, insegnando proprio alla sinistra intellettuale come fare cinema, teatro e lirica. Fu un uomo non dedito ai compromessi. Mancherá al panorama culturale italiano e internazionale», commenta Mollicone.

    Concordo con quanto affermato da Mollicone. Voglio solo aggiungere che Zeffirelli è stato l’esempio di ciò che dovrebbe essere un vero intellettuale e una vera elite, cosa rarissima nel panorama desolante dell’Italia da almeno quarant’anni. Apparteneva all’Aristocrazia del Pensiero. Ciò ha comportato la sua ostracizzazione da parte dei soliti noti così come è avvenuto per Oriana Fallaci.