Bergoglio è ormai il Papa dei migranti. Mischia fede e politiche d’accoglienza
Uno scrupoloso lavoro antologico e di ricostruzione esegetica, quello compiuto da Il Giornale che, in un ampio servizio dedicato al “Pontificato dell’accoglienza” inaugurato da Papa Francesco, conta ed elenca almeno in una quarantina di casi il nutrito numero di perorazioni e appelli indirizzati da Bergoglio a favore dei migranti, specificando che «i tradizionalisti lo chiamano “mantra pastorale”, e che, «dall’inizio del 2019 a oggi, il Pontefice ha parlato di migranti e gestione dei fenomeni migratori in almeno 40 circostanze pubbliche o rese note». Vediamo allora, riassunti per punti, gli appelli pubblicamente rivolti da Papa Francesco alla causa migratoria.
Bergoglio, il Pontefice dell’accoglienza
Appelli alla piazza, esortazioni social, discorsi tenuti nelle visite istituzionali all’estero: sono tante le occasioni in cui il Pontefice ha declinato la causa dei migranti al messaggio evangelico rivolto alla comunità intera dei fedeli. Così, nella disanima resa dal quotidiano milanese diretto da Sallusti, si parte dal «primo richiamo datato 5 gennaio – Il caso era quello riguardante i 49 migranti stipati sulla Sea Watch e sulla Sea Eye» – in cui Bergoglio entra nel merito di una controversia ancora in corso, quella con le Ong, rivolgendo «un accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone». Solo 2 settimane dopo, poi, il Papa confesserà il proprio dolore per la morte di «170 naufraghi, definiti vittime, forse, di trafficanti di esseri umani». E ancora, scrive Il Giornale: «La visita apostolica a Panama, che ha avuto luogo dal 23 al 27 gennaio, è stata un’occasione buona per ribadire come “la paura” finisca col declinarsi nella pazzia. Il primo mese dell’anno si è chiuso con una certezza: il vertice della Chiesa cattolica non riteneva affatto, e non ritiene, che i muri rappresentino una soluzione. Accogliere, come sappiamo, costituisce per il pontefice argentino un obbligo da interpretare alla stregua di un dovere assoluto».
L’interminabile elenco degli appelli per i migranti
Poi c’è stato il mese di aprile, che ha visto un calendario di appuntamenti e un carnet di perorazioni pubbliche fitti e impegnativi: aprile su tutti, finora, è stato non a caso definito il mese delle «omelie politiche». Una per tutte, quella riportata da Il Giornale, «pronunciata nella solennità della Via Crucis: “(I migranti, ndr) trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici». E non è tutto: citato dallo stesso quotidiano milanese, Giulio Meotti de Il Foglio ha postato su Twitter un esaustivo recall di tutte le volte in cui papa ha messo al centro delle sue omelie o dei suoi discorsi, «la causa dei migranti» nel corso del 2019: se ne contavano 24. E si era solo all’inizio di maggio. Il calcolo andrebbe aggiornato al discorso del 6 maggio fatto in Bulgaria; all’udienza in Macedonia del Nord del 9; al messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 29 maggio, e ai tanti, tantissimi, talmente tanti che impossibile enumerarli tutti, appelli all’accoglienza lanciati e riproposti finora. E l’estate è solo all’inizio…
Bergoglio’ , perche’ non ti trasferisci direttamente in LIbia portando la Fede a chi l’ha persa. Dimostra al buon Gesù di esser figlio prediletto che porta aiuto ai bisognosi. Noi non sentiremo la tua mancanza te lo giuro e porta con te Vescovi e Cardinali. Noi sapremo gestire con l’8 per mille per aiutare i bisognosi e rispedire a casetta loro tutta la feccia che grazie alle politiche globaliste e bergogliane inquina quanto di buono c’e’ rimasto nel nostro Paese. Promesso.
Nel tentativo di impostare il mondo secondo un progetto voluto dalle sinistre e pianificato da decenni, questo papa, eletto sullo scanno pontificale per aiutare l’immigrazione, funge allo scopo. Molti cristiani e nella fattispecie cattolici si domandano se sia davvero un credente. Talvolta io mi domando se sia davvero un prete e se invece non abbia ottenuto le cariche per giungere a questo scopo. Il suo infervorarsi pro migranti è fuori controllo, ma soprattutto rasenta l’assurda follia teologica quando paragona la Sacra Famiglia ad un nucleo di migranti o mi dice che Maria era palestinese. Follia storica, anacronistica, paradossale e ignorante sulla storia biblica e teologica del cattolicesimo. Ma a lui non importa, è lo scopo per cui lo hanno messo lì e va avanti senza fermarsi a pensare alle conseguenze. Le conseguenze di ciò oggi si leggono nel numero crescente di cattolici che rinnegano le sue parole e quelle dei preti domenicali, pur mantenendosi ancorati alla fede. Perché le affermazioni di Bergoglio sono pure in contrasto con il Vangelo; nulla del suo vaneggiare vi è scritto e non è lecito rimaneggiare ed interpretare le scritture per adattarle al cambiamento epocale. Così non va bene. Fortunatamente la gente di mezza età se n’è accorta e ha deciso se seguire lui o Dio. Abbiamo seguito Dio. Anna Maria
1) Bergoglio non è il Papa, è Benedetto XVI: troppi dubbi sulle dimissioni di Papa Benedetto.
2) Bergoglio manipola la teologia in una logica detta teologia della liberazione : comunismo cattolico. Vedi il cambiamento di senso alla scala di Giacobbe ovvero spirituale e sindacalismo peronista mescolato in stile Parco Lambro ’68
Domandiamoci semplicemente come mai papa Ratzinger abbia ceduto il soglio di Pietro a questo personaggio, che muta il Vangelo in una faziosa e grossolana ideologia terzomondista, suscitando l’entusiasmo di tutti i nemici tradizionali della Chiesa, Scalfari in testa. CHE COSA SI PRETENDE DALL’iTALIA ? E CHI LO PRETENDE ?