Da Trento alla Puglia agricoltori e allevatori in piazza contro la mattanza del bestiame
Sono stati oltre un migliaio gli agricoltori e gli allevatori scesi per la prima volta in città da malghe e pascoli di montagna del Trentino per far conoscere le drammatiche storie di paura e danni provocati dall’orso M49 e dai lupi, spesso ibridi, che stringono d’assedio abitazioni, famiglie, campi e allevamenti facendo strage di pecore, capre, vitelli, asini, devastando stalle e alveari e minacciando la sicurezza delle persone. L’iniziativa è della Coldiretti a Trento in piazza Dante dove è presente anche la capretta Cappuccetto rosso sopravvissuta agli attacchi insieme agli uomini e alle donne che vivono quotidianamente rischi e difficoltà divenuti insostenibili. Sono stati esposti striscioni e cartelli con le scritte #Stoconcappuccettorosso, i nostri animali non sono meno importanti di quelli selvatici, senza l’uomo la montagna muore, agricoltura = presidio del territorio ma anche foto di mucche che dicono il Trentino e anche nostro. Alcuni mostrano sullo smartphone le immagini dei loro animali sbranati. Se non si risolve il problema – dicono gli agricoltori – si rischia l’abbandono di interi territori con la fine di un’economia di montagna che da sempre tutela l’ambiente dal dissesto idrogeologico e promuove le produzioni agricole Made in Italy più sostenibili.
Proteste anche in Puglia: “Continua la mattanza nelle stalle e sui pascoli di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e agnelli uccisi in Puglia, dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti sulla Murgia barese e tarantina e sul Gargano”. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, a seguito della recrudescenza del fenomeno degli attacchi dei lupi che hanno sbranato e ucciso 20 pecore, 3 mucche e 10 agnelli in poche settimane. ”Nel giro di dieci anni i lupi sono raddoppiati – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori, allevatori e automobilisti. In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Facciamo appello al vicepremier Matteo Salvini e al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che hanno ribadito la necessità di misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane. Senza i pascoli – conclude- le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città”. I lupi vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette e in zone boschive ma inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati. ”L’ok definitivo alla legge regionale contro i danni da fauna selvatica – spiega Muraglia – ha colmato un vuoto normativo durato decenni e cambiato l’approccio all’indennizzo dei danni che saranno calcolati sulla scorta dei mercuriali delle Camere di Commercio relativi al valore effettivo delle produzioni agricole, zootecniche e dell’acquacoltura perse”.”Gli allevatori, gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza – conclude Coldiretti Puglia – i danni provocati da cinghiali e lupi”.