“Da Zingaretti nessuna novità. Sui rifiuti solita roba”, la denuncia di Rida Ambiente

6 Lug 2019 11:20 - di Francesco Storace

Sembrava tutto a posto, poi ci ha pensato il titolare di un impianto del Lazio a far capire che cosa ha combinato Zingaretti sui rifiuti di Roma. E’ Fabio Altissimi, patron di Rida Ambiente, di Aprilia, a raccontare che cosa sta succedendo. Soliti privilegi, in regione comandano sempre gli stessi gruppi imprenditoriali. E se lavorano sempre gli stessi c’è poco da sperare che cambi qualcosa.
Perché Rida Ambiente dice no al piano Zingaretti?
L’ordinanza di Zingaretti non fa altro che confermare il progetto dei tritovagliatori già portato all’attenzione di Clini per superare l’emergenza romana che si era creata nel periodo in cui lui era Ministro. Tale progetto era stato proposto da un noto gruppo imprenditoriale romano. Da quel momento in poi nella Regione Lazio non si sono più autorizzati/pianificati impianti industriali all’avanguardia, tanto che a tutt’oggi non c’è nemmeno un nuovo piano regionale, ma all’interno dell’ordinanza si lascia spazio alla possibilità di fare impianti in deroga.

Impossibile trattare più rifiuti

Ancora deroghe?
Rida è in forte contrasto con la apparente volontà del governo regionale di portare i rifiuti in discarica. Lo hanno stabilito con la delibera 199 del 2016 e riconfermato con le linee guida del nuovo piano regionale. L’impianto industriale di Rida ha per oggetto il recupero del CSS per la produzione dell’energia elettrica e quindi contrasta con la volontà regionale.
Quindi che cosa cambia?
L’ordinanza appunto, non fa nient’altro che limitare il nostro stabilimento a fare quanto previsto per legge e cioè produrre un minimo del 43% di CSS, ma noi questo già lo facciamo, per questo non possiamo trattare più rifiuti.
Perché l’ordinanza favorisce alcuni impianti e non altri?
Gli impianti TM assieme trattano circa 900.000 tonnellate, quasi 2/3 di queste peraltro riconducibili allo stesso gruppo. L’ordinanza sembra forzare la mano sull’apertura di un impianto di Guidonia, già sequestrato. Il rischio è che il modello laziale finisca per riprodurre quello campano, ovvero STIR e montagne di balle annoverate tra gli stoccaggi “temporanei” o capannoni stipati di pseudo materie prime seconde. Vi ricordiamo che oggi l’Italia paga una sanzione alla comunità europea di 150.000 euro al giorno per le ecoballe ancora stoccate in Campania.

Lavorano sempre gli stessi

La Sindaca Raggi non ha colpe?
La Raggi è competente per la raccolta dei rifiuti e non per la pianificazione del loro destino.
Nell’ordinanza si legge ancora che Zingaretti ha fatto un manuale d’uso di come impiegare 8000 dipendenti e mezzi di AMA, il che sembra poco compatibile con il suo ruolo e con i contenuti che la legge attribuisce alle ordinanze in materia di emergenza rifiuti.
L’ordinanza della regione ha lo scopo di far lavorare gli impianti TM (trattamento meccanico) sponsorizzati dalla stessa Regione in tutte le emergenze che si sono venute a creare dopo l’incendio di via Salaria, l’incendio e il guasto a Roccacencia, e il fermo di Malagrotta 1 e 2.

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