Decalogo per Salvini. Se nove vanno male, tenta almeno di indovinare la decima
A Matteo Salvini qualcuno gliela deve aver tirata. Comincia ad andargli tutto storto, sondaggi a parte. Ma i voti, sia reali che virtuali, vanno fatti pesare, sennò scappano. Guai a continuare nella parte del “leale” con gli infingardi, rischia di passare per fesso. E siccome non lo è, farebbe bene a darsi una regolata.
Anzitutto con Giuseppe Conte, che non ne vuole sapere di dargli il ministero per gli affari comunitari, a diversi mesi dall’abbandono del professor Savona. Il premier teme un antiEuro, dicono a Palazzo Chigi.
Poi, l’Unione Europea, che ha messo su un bel casino antisovranista: il plotone di fucilieri è già bello pronto per impallinare il prossimo commissario italiano. Dovrebbe esprimerlo la Lega, ma a Strasburgo lo aspettano al varco per dire no.
Manco un vicepresidente a Strasburgo
L’aria che tira l’ha fiutata, Matteo, col vicino di casa. Quando è stato eletto Sassoli presidente del Parlamento Europeo, Salvini era convinto di avere almeno un vicepresidente leghista. Manco per niente, proprio i Cinquestelle lo hanno fregato eleggendo quello loro, pur non essendo riusciti a formare un gruppo parlamentare.
Trionfatore sui social nelle politiche migratorie, è qualche tempo che le Ong lo hanno circondato. Ed è difficile uscirne, ormai è Lampedusa l’approdo preferito dai Carolai di mezzo pianeta.
Nel decalogo da tenere a mente, ci sono anche i giudici. Non solo quelli dediti a sabotare le politiche del governo per contrastare l’immigrazione clandestina, ma anche quelli che puntano a decimargli la Lega con tante, troppe inchieste. Sembra il Pd, a volte.
Il foglio numero sei reca la parola che più gli fa male. Nato e cresciuto al Nord, un leader come Salvini sa che cosa vuol dire, anzitutto dalle sue parti, la parola tasse e non accetta di non riuscire a ridurle.
La sensazione di contare sempre meno nel governo in cui dovrebbe pesare enormemente di più, l’ha avuta anche con la questione dei minibot. Sembrava l’uovo di Colombo per saldare i debiti della Pubblica Amministrazione ma gli hanno fatto ingoiare persino quella. A Palazzo Chigi non si riesce più nemmeno a discutere le sue proposte. Ne stanno facendo coriandoli.
Olimpiadi di ieri e di oggi
Il massimo è riuscito a farselo fare in occasione della vittoria di Milano e Cortina per le Olimpiadi invernali. Nonostante il successo dell’Italia, Matteo è stato canzonato dai grillini a difesa della Raggi. Gli hanno rinfacciato il suo no alle Olimpiadi di Roma, esattamente come la sindaca che tanto detesta.
La penultima pagina del decalogo da consultare per non farsi fregare più ha una data, quella del 20 luglio. Se non si sbriga a mollarlo, sarà Di Maio ad approfittare dell’ultimo giorno utile per lo scioglimento anticipato del Parlamento: passata quella “finestra”, non sarà più possibile votare in autunno e saranno i grillini a dettare le danze. Senza lo spettro elettorale, saranno loro a fare la voce grossa.
Domanda: ma questi trenta e passa punti di percentuale elettorale, quando ti deciderai a farli pesare, caro Salvini? Prendi sottobraccio Giorgia Meloni, fattici una chiacchierata seria e date finalmente alla nostra Italia un governo che riesca a fare il suo dovere senza lo spettacolo delle liti quotidiane. Sovranità vo’ cercando. Autonomie e Repubblica presidenziale, ad esempio.
E se dopo aver preso sottobraccio Giorgia Meloni, dovessero formare un governo M5s – Pd,visto che questo parlamento non ha alcuna intenzione di andare a casa prematuramente, come finiremmo?Cornuti e mazziati.
caro Salvini la data del 20 luglio e vicina dato che chi ti rema contro ce lai in barca cosa aspetti di mandare tutti a casa e tentare un governo con la Meloni cosi non si puo piu andare avanti
E’ proprio così, lo stanno cucinando a fuoco lento.
Ma è mai possibile che non lo capisca? Forse è un po’ stanco, pensaci tu, Giorgia, a schiarirgli le idee e mettetevi in marcia.
L’Italia saggia è con voi !!