E’ morto Borrelli. Assieme ai misteri di Mani Pulite (e quel soccorso al Pci-Pds…)
Francesco Saverio Borrelli è morto oggi a Milano, dopo una lunga malattia, all’età di 89 anni. L’ex magistrato ha guidato il pool di Mani Pulite, l’inchiesta giudiziaria che ha segnato la fine della Prima Repubblica.
Entrato in magistratura nel luglio 1955, ha legato la sua carriera a Milano dove, salvo un anno a Bergamo, ha svolto ogni tipo di funzione: pretore, giudice fallimentare e poi civile, pubblico ministero, procuratore capo dal 1988 fino alla nomina di procuratore generale nel 1999.
Quell’ambiguo resistere, resistere, resistere
Sposato con Maria Laura e padre di due figli, il primogenito Andrea è giudice civile a Milano. Tra i suoi interventi a difesa dell’indipendenza della magistratura resta celebre la frase pronunciata nel 2002, a pochi mesi dalla pensione: “Resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave”.
Ovviamente, resta ancora controverso l’operato di quel pool di magistrati che Borrelli capitanò, a partire da Tonino Di Pietro. E proprio quel suo “resistere resistere resistere”, che pure sembrò affascinare molti, alla luce dei fatti apparve come uno slogan. In realtà gli unici a “resistere” furono gli uomini del Pci-Pds, salvati dall’inchiesta Mani pulite, nonostante evidenti compromissioni nella gestione del potere locali.
Le parole di Stefania Craxi
Comunque, potremmo dire a sorpresa, rende onore a Borrelli Stefania Craxi, figlia di Bettino, che da quei magistrati fu colpito duramente: almeno “Borrelli scelse con coerenza di vestire solo e sempre la toga e nei recenti anni, se pur sempre con reticenza ed omissioni, ebbe ad avanzare alcune riflessioni amare sugli effetti prodotti dalle inchieste di ‘Mani pulite'”.
Con stile, la Craxi ha voluto così dire quel che molti pensano su troppi magistrati che hanno abbracciato la militanza politica e parlamentare. Mostrando così quanto volatile possa essere il principio dell’indipendenza. Anche per questo restano i dubbi sul misterioso soccorso rosso agli uomini che allora stazionavano a Botteghe Oscure.
credo che la prima Repubblica sia stata attraversata effettivamente da un sistema di “corruzione”, una sorta di “do ut des”, una sorta di sistema corrotto basato su consorterie ed alleanze; tale sistema, comunque, aveva un fine ancorche’ non dichiarato ma impellente e cioe’ il contrasto nei confronti di un pericolo reale rappresentato dal “baffone” che imperava ad oriente in modo autoritario ed assoluto e che avrebbe volentieri esteso il suo impero ad occidente mettendoci tutti nel cosiddetto “guano. Vi era percio’ la necessita’ di fare, per cosi’ dire, “pulizia” poiché si era arrivati ad un limite anzi si era oltre quel limite; al di la’ di tutto rimane pero’ un “vulnus” in tutta quella operazione, si volle “salvare” un partito, che nel frattempo aveva cambiato nome, non indagando adeguatamente utilizzando i metodi applicati con tutti gli altri, nonostante tutti sapessero e nonostante i contatti ed i cospicui, generosi e continui finanziamenti che per loro natura erano a tutti gli effetti illegali.
Se ci troviamo in questa situazione politica ed economica lo dobbiamo anche a lui. Lo dobbiamo ringraziare? Ha salvato i suoi amici del PD, lo dobbiamo ringraziare?
Impossibile che sia morto, è una “fake news”! Quando parlava sembrava onnipotente, onnisciente e soprattutto…eterno! A parte le battute, forse l’unica cosa su cui tutti potrebbero essere d’accordo fu la sua affermazione di essere diventato PM “per caso”. Visti i risultati, e le inchieste del pool che massacrarono solo i partiti di governo, sarebbe stato molto meglio se avesse non per caso continuato a fare il giudice civile…
Per tutti alla fine l’ultima parola spetta al giudice supremo.