È morto Luciano De Crescenzo, il filosofo napoletano che spiegava la vita con Socrate e Bellavista
È morto a Roma, all’età di 9o anni, il popolare scrittore napoletano Luciano De Crescenzo, il “filosofo” che aveva studiato ingegneria e si era poi trasformato in scrittore, regista e attore napoletano. Soffriva da anni di una malattia neurologica ed è deceduto per le conseguenze di una polmonite. Considerato “l’ingegnere filosofo”, ultimo simbolo della cultura partenopea, De Crescenzo ha scritto oltre 50 libri, venduto oltre 18 milioni di copie nel mondo di cui 7 milioni solo in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 Paesi.
Dopo essersi laureato in ingegneria idraulica col massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (era stato allievo di Renato Caccioppoli) nel 1976 aveva scoperto il suo talento di scrittore e di divulgatore della filosofia classica, ma anche di quella “napoletana”. Intanto, si era trasferito a Milano dove era stato assunto all’IBM, rimanendovi per un ventennio circa, in qualità di addetto alle pubbliche relazioni. Promosso dirigente, decise di lasciare il suo lavoro e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, con la sua prima opera, Così parlò Bellavista, un libro che vendette più di 600.000 copie e fu tradotto anche in giapponese, diventando un vero e proprio caso letterario. Nel corso degli anni Luciano De Crescenzo è diventato un autore di successo internazionale. Alla vocazione di romanziere affiancò con successo quella di divulgatore con opere quali i due volumi de La storia della filosofia greca (1983 e 1986), prima e dopo Socrate. De Crescenzo è stato anche attore, (nel film di Renzo Arbore FF.SS. – Cioè: «…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?», 1983), regista (Così parlò Bellavista, 1984, Il mistero di Bellavista, 1985) e sceneggiatore (Il pap’occhio, 1980).