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«Finalmente salvo Francesco»: parla Cala, compagno dell’alpinista ferito in Pakistan

«Finalmente salvo Francesco»: parla Cala, compagno dell’alpinista ferito in Pakistan

Cronaca - di Sveva Ferri - 22 Luglio 2019 - AGGIORNATO 22 Luglio 2019 alle 20:30

«È finita, ce l’abbiamo fatta». Dopo la notizia del salvataggio di Francesco Cassadro, l’alpinista torinese precipitato per 500 metri dal Gasherbrum VII in Pakistan e recuperato stamattina da un elicottero, nuovi aggiornamenti arrivano da Cala Cimenti, il compagno di cordata che ha soccorso Cassadro, rimanendo con lui per tutta la notte.

«È finita, ce l’abbiamo fatta»: anche Cala è in salvo

«Cala è arrivato al campo base mentre Francesco si trova all’ospedale di Skardu, dove i medici si stanno prendendo cura di lui», si legge sulla pagina Facebook di Cimenti, in un messaggio firmato da “Cale e Erika”, la moglie di Cimenti, che ha vissuto ore d’ansia nella sua casa di Bra dalla quale ha costantemente monitorato la spedizione. «Cala arrivato al bc mi ha telefonato e tra le lacrime comunica “È finita, ce l’abbiamo fatta”», si legge nel post. Il messaggio fa seguito a quello con cui, alle prime luce dell’alba italiana di oggi si annunciava che «Francesco è sull’elicottero verso Skardu. Cala scende a piedi! Grazie mille a tutti, grazie di cuore!».

Gli «angeli» delle montagne

Nel nuovo post, Cimenti ha ripercorso le difficili fasi del salvataggio e le ancora più difficili ore della notte passata a 6300 metri di altezza con il compagno ferito in modo grave, sebbene non abbia mai perso conoscenza. Cimenti ha spiegato come «Denis Urubko, Don Bowie e i due polacchi Jaroslaw Zdanowich e Janusz Adamski sono stati degli angeli, senza di loro non ce l’avremmo mai fatta e Francesco non sarebbe riuscito a passare un’altra notte a 6300 mt». Sono stati loro, infatti, a trasportare Cassadro al campo base avanzato, costruendo una slitta improvvisata e salvandogli così la vita.

«Fra era lucido. Il ragazzo non molla!»

«Don ha rinunciato alla sua spedizione per salvare Francesco, doveva infatti partire per il suo tentativo alla cima», ha sottolineato ancora Cimenti, chiarendo che «l’elicottero non sarebbe mai riuscito a venirci a prelevare sul luogo dell’incidente, c’erano troppi seracchi, i soccorsi via terra sono stati fondamentali, come fondamentale per Fra è stato l’ossigeno messo a disposizione da Denis». «Ora preghiamo per Fra. Quando è stato caricato sull’elicottero era lucido, parlava e ragionava. Siamo fiduciosi, il ragazzo non molla!!», ha quindi concluso Cala, ringraziando tutti coloro che si sono adoperati per questo «miracolo».

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C'è un commento:

  1. Giuseppe Rabitti ha detto:

    Anche in questa drammatica e difficile situazione la solidarietà umana ha dato il suo utilissimo risultato. Quando Papa Francesco nella sua omelia radio,televisiva domenicale dice : cari fratelli e sorelle …. Buongiorno… fa una affermazione che in questo caso è stata realtà. Speriamo che il suo richiamo possa essere ascoltato da tutti.

di Sveva Ferri - 22 Luglio 2019