Frode milionaria sui migranti in Liguria: vertici della coop in manette per truffa
I migranti e i profughi gli erano “cari”. Cari nel senso che se li facevano pagare a peso d’oro dallo Stato. Quattro arresti e sequestri per 1,3 milioni di euro. I finanzieri della compagnia di Sanremo hanno eseguito questa mattina ordinanze di custodia cautelare e sequestri preventivi di beni nei confronti di un’organizzazione che da due anni gestiva centri di accoglienza straordinaria (Cas) per migranti nella provincia di Imperia.
Smantellati i vertici della coop Caribu di Cuneo
I provvedimenti cautelari, emessi dal gip del tribunale di Imperia, riguardano tre piemontesi, G.M, la convivente E.D.M. e l’avvocato G.T., soci occulti di una finta cooperativa sociale di Cuneo, la Caribu, con la quale avevano ottenuto la gestione del Cas di Sanremo a luglio del 2017 e, a febbraio 2018, anche quello di Vallecrosia. Oltre a loro è stata arrestata anche la sorella del promotore, A.M., che aveva il compito di riciclare i proventi della frode in alcune società di famiglia. Nell’inchiesta sono indagati, in concorso, anche due consulenti fiscali e un ex funzionario della Prefettura di Imperia.
Il business sui centri d’accoglienza di Sanremo e Vallecrosia
Le indagini, partite nel novembre 2017 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Imperia, hanno fatto emergere una condotta che aveva lo scopo di appropriarsi di gran parte dei fondi che la Prefettura di Imperia erogava per la gestione quotidiana di circa 120/130 migranti. Il sistema si basava sulla comunicazione quotidiana alla Prefettura di un numero di ospiti dei Cas superiore a quello reale e sulla sovrafatturazione di costi, mai o solo parzialmente affrontati per erogare ai migranti i servizi che erano previsti in base all’appalto pubblico.
Fatturazione milionaria sui migranti
La sovrafatturazione, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avveniva grazie all’interposizione di una serie di società di capitali, tra cui la Libra srl di Cuneo, utilizzate per drenare dai conti della cooperativa quasi il 70% dei fondi erogati dal Ministero dell’Interno. In particolare, l’immobile sede di uno dei due Cas, acquistato dai due fratelli G.M. e A.M. con un mutuo, veniva affittato alla Libra srl, sempre di proprietà degli indagati, per 38mila euro annui (pari al premio annuale del mutuo), a fronte di una richiesta di rimborso alla Prefettura di quasi il triplo dell’importo, pari a 90mila euro.
Peraltro, la cooperativa sociale Caribu aveva sottoscritto, sempre con la Libra srl, un contratto di collaborazione e fornitura al prezzo di 17 euro al giorno per ospite, indipendentemente dalla effettiva prestazione dei servizi. Una volta ottenuti i rimborsi da parte della Prefettura, gran parte del denaro veniva dirottato sui conti correnti personali degli indagati (o delle società loro collegate) e utilizzato per spese personali o per corrispondere le rate di finanziamenti per l’acquisto di immobili anche nella Città dei Fiori. Ad oggi il provento della frode è stato quantificato in 1,3 milioni di euro, su un importo complessivo di fondi pubblici erogati di circa 1,7 milioni di euro.
Questo non è altro che l’ennesimo epilogo delle tante truffe perpetrate dalle COP rosse e dalle tante associazioni gestite dai sinistroidi.
E quante ne esistono ancora: basterebbe che le prefetture indagassero a 360° gradi.