Giorgia Meloni ricorda i nove italiani uccisi a Dacca tre anni fa: “Vittime del terrorismo islamico”
”A 3 anni dall’attacco terroristico di Dacca, in Bangladesh, un pensiero e una preghiera vanno ai 9 italiani che persero la vita in quella tragica giornata e ai loro familiari. Noi non dimentichiamo questi lavoratori, madri, padri e ragazzi. Vittime innocenti del terrorismo islamico”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Come si ricorderà, tra le ventidue vittime dell’attentato terroristico islamico al ristorante Holey Artisan Bakerdi di Decca, la capitale del Bangladesh, anche quei nove italiani. Nadia Benedetti, imprenditrice viterbese, Claudia D’Antona, moglie dell’unico superstite Gianni Boschetti, e due friulani, Cristian Rossi, 47 anni, sposato e padre di due gemelline di appena 3 anni, e Marco Tondat, un giovane imprenditore nel settore tessile, di Cordovado, Adele Puglisi, imprenditrice della provincia di Catania, Simona Monti, 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti), Maria Rivoli, Claudio Cappelli, Vincenzo D’Allestro. Gianni Boschetti, unico superstite, raccontò la sua tragioca esperienza: «C’erano due tavoli uno al quale ero seduto con mia moglie e un cliente, e un altro con altre sette-otto persone». Nelle prime fasi dell’attacco Boschetti ha raccontato di essere riuscito a gettarsi fuori dal locale e a salvarsi. Boschetti lavora in Bangladesh da 25 anni come grossista di abbigliamento.
Circa due mesi dopo, la polizia del Bangladesh uccise tre terroristi, incluso Tamin Chowdhury, il sospetto organizzatore dell’attentato del 1° luglio. La polizia del Bangladesh ha precisato che nel blitz – avvenuto in una casa a Narayanganj, vicino la capitale dello Stato Dacca – sono stati uccisi tre terroristi. Tra loro c’era Chowdhury, un canadese di origine bengalese, che secondo le autorità ha organizzato l’attacco al ristorante di Dacca. La polizia ha affermato di avere aperto il fuoco dopo che i sospetti terroristi hanno cominciato a sparare sugli agenti. Tamim Ahmed Chowdhury fu localizzato grazie ad una informazione fornita da un militante arrestato del gruppo clandestino Jama’atul Mujahideen Bangladesh (Jmb). Su di lui, ha ricordato il capo della polizia anti-terrorismo dl Bangladesh, Monirul Islam, esisteva una taglia di 22.000 euro. L’attentato, in cui morirono 22 persone fra cui nove italiani, fu rivendicato dall’Isis e secondo vari siti specializzati in effetti Tamin Chowdhury era, quale capo di un neo-Jmb, il coordinatore della filiale in Bangladesh del movimento fondato dal Califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Le indagini su Chowdhury, 30 anni, hanno permesso di appurare che era scomparso dal 2013 dal Canada, dove la sua famiglia era emigrata negli anni ’70.