Il dopo-Berlusconi ha il volto di Cairo? Forza Italia ci fa un pensierino

13 Lug 2019 13:54 - di Michele Pezza

Tra Giovanni Toti e Mara Carfagna in Forza Italia potrebbe spuntare il “papa straniero“. L’ipotesi è tutt’altra che campata per aria se ad avvalorarla ha provveduto direttamente il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi. E che “papa”! Addirittura Urbano Cairo, patròn di La 7, editore di riferimento del Corriere della Sera oltre che presidente del Torino Calcio. Quasi un clone del Cavaliere, che per altro lo conosce benissimo avendo avuto per molti anni nella scuderia di Publitalia, la società che raccoglie la pubblicità per le tv delle reti Mediaset.

Cairo ha lavorato in passato con il Cavaliere

E non è questo l’unico indizio che conduce i due tycoon ad incrociare le proprie strade anche in politica. Chi ha visto una delle ultime apparizioni di Berlusconi nel salotto di Bruno Vespa forse ne ricorderà anche le parole di un passaggio molto significativo. Questo: «Il mio successore? Ho tentato anche con Cairo, ma lui mi ha detto: “Dopo aver visto quello che hanno fatto a te non lo farò mai”». Accadeva cinque mesi fa. Da allora ne è scorsa di acqua sotto i ponti di Forza Italia: la sconfitta alle elezioni europee, i sondaggi che danno per avvenuto il sorpasso di Fratelli d’Italia sugli “azzurri”, la guerra interna, Toti acciuffato per i capelli ma con il pericolo scissione non del tutto archiviato. Uno scenario di tipo balcanico affatto inedito per Forza Italia. La differenza è che in passato il carisma del Cavaliere aveva la meglio su tutto. Ora non è più così. E questo spiega la tentazione del “papa straniero”, cioè di una personalità proveniente dal mondo dell’impresa e quindi in perfetta continuità con le regole della Casa, come elemento di pacificazione interna e di rilancio all’esterno.

L’editore di La7 non smentisce: «Mai dire mai»

Una soluzione che pace molto anche ad Antonio Tajani, che ha dato il suo assenso dai microfoni di Radio 24, ma che potrebbe indispettire Toti, ormai lanciassimo verso primarie di cui si parla da sempre ma che l’esperienza induce a ritenere comunque improbabili. Specie se Cairo pronunciasse il fatidico “sì”. Al momento, lui si lascia corteggiare senza aprire e senza chiudere troppo. «Mi inorgoglisce il fatto che si parli di me come una persona che potrebbe dare una mano – ha risposto a margine della presentazione dei nuovi palinsesti di La7 -. Vuol dire che il mio lavoro è apprezzato. In questo momento è no, però… Mai dire mai».

 

 

Commenti

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  • Piero Volpiano 14 Luglio 2019

    Si aspetta sempre una destra seria, alternativa alla destra squadrista di Salvini e Meloni e nemmeno paternalista come quella di Berlusconi. Magari Cairo ci riesce.

    • Francesco Storace 14 Luglio 2019

      Ma figurati, con i termini che usi la serietà non sai dove sta