L’antiStato è a Roma. E Musumeci prepara proteste contro il governo
Trent’anni per un’autostrada di 90 chilometri. E ancora non si vede luce. Musumeci, presidente della Sicilia, si è scocciato. Perché l’antiStato è a Roma: è il fantasma che distrugge la speranza, nega i diritti, toglie respiro alle comunità. Tra Catania e Ragusa c’è l’ennesima incompiuta, dieci miliardi di euro di risorse, e ora vorrebbero – lassù, “nel Continente” – far perdere altri 15 anni.
E’ una storia da far conoscere, perché racconta la rabbia dei territori abbandonati dalle istituzioni centrali.
I sindaci affidano al governatore le fasce tricolori
Il progetto iniziale, il concessionario privato, il tentativo di statalizzazione da parte del governo nazionale, poi la fuga dal Cipe. Basta, e così ieri mattina otto sindaci – compreso Salvo Pogliese di Catania – si sono arrabbiati e hanno chiesto udienza al governatore, Nello Musumeci. Gli hanno consegnato le fasce tricolori in rappresentanza di seicentomila uomini e donne del territorio. Pronti alla protesta estrema. Musumeci ha chiesto loro di pazientare fino alla prossima settimana, quando il Cipe tornerà a riunirsi. Perché lui ha chiesto con fermezza al sottosegretario Giorgetti di riprendere la questione in mano.
Se il governo continuerà a latitare la regione Sicilia non starà ferma. E magari la protesta sarà clamorosa, col governatore e i sindaci.
Sono storie che si ripetono in molte parti d’Italia, ma questa che si svolge tra Catania e Ragusa rischia di diventare la più drammatica. Perché se le comunità si sentono prese in giro, esplodono. Ed è intollerabile che non lo comprenda un governo che pure da quelle parti ha mietuto tantissimi voti, soprattutto a Cinquestelle. E ora si permette di ignorare il malessere dei territori e la protesta dei sindaci.
Il Sud e la Sicilia non sono colonie
Musumeci se ne fa portatore, senza la pretesa di strumentalizzare, ma con la volontà di risolvere una questione gravissima. Parla la Sicilia profonda, ma a Roma sono ancora sordi. Sulle strade contano i morti, assieme agli anni da quando scorre la promessa infinita dell’autostrada. Come cresce il lavoro quando manca? Puoi trasportare le merci senza strade e ferrovie? Come blocchi l’emigrazione se nessuno ti aiuta a realizzare infrastrutture? Puoi parlare ai giovani contro la mafia se lo Stato si volta dall’altra parte? Quando sembri arrivare alla conclusione di un progetto, ti trovi di fronte i Toninelli di turno che impongono lo stop all’opera e si illudono che lo Stato possa intervenire al posto dei privati, titolari dei progetti.
Fate capire al governo che il Sud e la Sicilia sono importanti, che sono pezzi del nostro Stato e non una colonia dove recarsi a raccogliere consensi in cambio di promesse. Chi crede di riconquistare quei territori con un assegno mensile chiamato reddito di cittadinanza non ha capito nulla. Perché servono opere, lavoro, credibilità di una classe dirigente.
Ecco, la Catania-Ragusa diventa l’emblema triste di uno Stato che non realizza né grandi opere né quelle essenziali alla vita normale di una regione. E se arriva a perdere la pazienza anche una persona mite come Nello Musumeci, vuol dire che si è oltrepassato il livello di guardia. Ci vuole rispetto per chi ha sempre meno dal “continente”.
Il confronto con le straordinarie opere del fascismo eseguite alla perfezione in pochissimi anni è assolutamente umiliante.
siamo tutti colonizzati dal centro al sus per di piu’ noi della ciociara siamo diventati lo serbino di Roma
“tutto cambia perché nulla cambi” il solito ritornello. la colpa è sempre degli altri. la Sicilia è autonoma e quindi ha poche scuse e “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
anche Musumeci, sono già anni che regge la Sicilia, quasi come Orlando Leoluca (il mussulmano), tanta propaganda ‘fumo negli occhi agli elettori’ e poco arrosto.
Forse su quel pezzo di autostrada ci passano solo Bovini, Pecore, Capre, Trattori.
Il motivo che non viene realizzata forse è un’opera inutile, come tante cattedrali nel
deserto.
Di cosa si lamentano ? l’Italia è da anni l’ostaggio e la colonia della UE, a causa dei titoli di stato che non riusciremmo mai a vendere se non fossero denominati in euro. Subiamo tutto e di più, tasse, balzelli, patrimoniali mascherate, distruzione del risparmio e del ceto medio, danni a industria, agricoltura e servizi e tutto va bene “madama la marchesa”.
Musumeci avrà anche ragione ma dimentica come sia la sicilia la regione che spreca maggiormante. Non dimentichiamoci il pensionato più ricco d’Italia con circa 50.000 euro il mese di pensione manca avesse fermato i treni col culo. Mentre ci sono ospedali che non funzionano, il lavoro che non c’è perchè in nero, le alte spese per stipendi pubblici visto che gli impiegati sono quasi tutti laureati e vengono pagati come fossero dirigenti etc. etc. Pertanto iniziasse lui a fare un po di pulizia e giustizia nella sua regione.