Nek replica agli insulti: «Per aver chiesto giustizia su Bibbiano mi hanno paragonato a un criminale»
«Paragonare una mia canzone di 25 anni fa a un crimine contro l’umanità, uno di quelli veri… Ma certo, è normale, si fa, è satira! Tirare fuori addirittura i lager e Salò. Ok, è sempre satira! Ma sarà davvero satira accostare tutto questo? Una canzone che legittimamente può o non può piacere, con eventi e tragedie che hanno segnato la storia di tutti noi? Bah!! Passo e chiudo».
Nek torna ad intervenire sui social (Twitter e le stories di Instagram) per replicare a chi, sulla scia delle sue dichiarazioni sull’inchiesta di Bibbiano, lo ha criticato duramente anche per la sua canzone antiabortista del 1993 “In Te”. Ma cosa aveva detto Nek su Bibbiano? «Sono un uomo e sono un papà – aveva scritto il cantante postando la foto di uno degli striscioni spuntati in tutta Italia con scritto “Parlateci di Bibbiano” – è inconcepibile che non si parli dell’agghiacciante vicenda di Bibbiano. Penso a mia figlia e alla possibilità che mi venga sottratta senza reali motivazioni solo per abuso di potere e interesse economico. È proprio così. Ci sono intere famiglie distrutte, vite di bambini di padri e di madri rovinate per sempre… e non se ne parla. Ci vuole giustizia!!».
Un post che gli era valso, come a Laura Pausini, un polverone di polemiche. In particolare, oggi, nella sua replica, Nek sembra riferirsi, oltre alle critiche ricevute sui social, all’articolo in cui Luca Bottura di Repubblica aveva scritto: “Filippo Neviani, in arte Nek esordì a Sanremo con una canzone antiabortista che risulta tutt’ora nella lista dei crimini contro l’umanità, dopo Nagasaki e Hiroshima ma comunque prima del gelato gusto Puffo”.
«Non discuto la critica – scrive Nek – Sono quasi 30 anni che ci sono abituato. Né tantomeno, quando è attinente, la satira. Evviva la libertà di espressione, del signor Bottura, della stampa, quella di ognuno di noi, ma anche la mia». Poi tornando a Bibbiano, aggiunge: «A tal proposito, ho espresso un pensiero su una vicenda che mi stava a cuore, e che ritengo importante. Sono stato oggetto di critiche, giudizi, insulti, strumentalizzazioni e forzature. Me ne faccio serenamente una ragione. E certo non mancherò di esprimermi ancora ogniqualvolta ne sentirò il bisogno. Se qualcuno ritiene di voler usare le mie canzoni per riempire ‘angolini satirici di fianco alle parole crociate’, lo facesse. Contento lui. Ci mancherebbe».
E quindi chi sarebbero i criminali?!