Oggi l’addio al carabiniere Mario Cerciello. Una bandiera, non una benda
Litigano per una benda mentre il popolo si lega ad una bandiera. Torna oggi a Somma Vesuviana Mario Cerciello Rega. Il figlio del Sud di nuovo e per sempre nella sua terra. Due delinquenti americani lo hanno ammazzato in casa nostra, dove pontificano politici e giornalisti esperti in diritto. Per una giornata intera botte da orbi sui social per quella benda sul volto di un criminale. Non guastate anche questa giornata di lutto per i funerali del carabiniere ucciso a Roma.
Le esequie si svolgeranno nella stessa chiesa dove Mario aveva giurato fedeltà alla sua sposa qualche settimana fa. E ti viene un groppo alla gola mentre ringrazi la Rai per la sensibilità: dalle 11,55 tutti noi potremo “partecipare” al rito su RaiUno.
Sembra Nassiriya
Per gli italiani sembra il tempo di Nassiriya. Perché è sempre così quando è un carabiniere a cadere in servizio. La Patria abbraccia un proprio martire ed è abbastanza brutta la canizza di chi si attacca ad una benda anziché inchinarsi a glorificare il sacrificio di quel ragazzo per bene che indossava una divisa e non sniffava cocaina come i suoi carnefici.
Ci è toccato assistere (se non subire) a polemiche deprimenti. Non solo la benda. Ma anche una professoressa – che avrà da insegnare questa disgraziata – pizzicata a scrivere “uno di meno”. Non solo lei, in verità, perché le sconcezze non si contano. Poi il senso della misura scomparso negli opinionisti della domenica, quelli che se non linciano, se non insultano perdono popolarità. Fa un po’ pena, si distingue mestamente, anche uno come David Parenzo, autore ieri di performance deliranti. Sembrava l’avvocato dei delinquenti che hanno ammazzato Cerciello. Il suo problema è il codice, il nostro il sangue versato.
Quelle undici coltellate – e non otto che pure sembravano già tantissime – hanno cancellato la vita di un servitore dello Stato e segnato indelebilmente quelle dei suoi carnefici. Solo in un Paese popolato da aspiranti cultori del diritto si può temere che una benda sul volto di un assassino per cinque minuti lo possa sottrarre all’ergastolo. E se accadesse, sarebbe un motivo in più per indignarsi col giudice e non con chi se ne frega di una sofferenza che non c’è stata per quel criminale drogato.
I socialgiuristi
Il politicamente corretto acceca le menti di chi deve attaccare briga per forza. Anziché chiedersi quanta sofferenza abbiano provocato undici coltellate; e quanta forza ci sia voluta per infliggerle; e quanto tempo sia trascorso per porre fine all’esistenza di Mario Cerciello; i socialgiuristi si sono scatenati alla caccia al carabiniere fellone.
Quello che ha scattato la foto. Quello che l’ha diffusa. Magari mettiamoli in galera e offriamo un drink di scuse agli assassini.
Caro Mario, te ne vai non per tua volontà. Ma a volte ci si chiede se l’altro mondo non sia questo in cui ti è toccato vivere fino all’altra notte. Un mondo alla rovescia, dove a un popolo che ti piange come sua bandiera, si contrappongono politici che sventolano una benda come simbolo di tortura. Non lo facciamo sapere troppo in giro. Che poi ci dicono che siamo i soliti italiani.
Gli USA farebbero meglio a tacere perché se l’omocidio fosse avvenuto in America l’omicida non sarebbe stato bendato ma ucciso ancora prima dell’ interrogatorio.
Sì preoccupano della benda e le 11 coltellate?
Forse sarebbe meglio estradarli nel loro Paese d’origine, dove non ci sono molti bonisti e le pene vengono inflitte duramente. I nostri giudici sembrano prendere sempre le parti dei colpevoli, fregandosene delle vittime: che schifo!!!
Ottimo articolo !!!
Il politicamente corretto non acceca le menti, ma è una scusa per attaccare il governo, per vincere quando non si è vinto con il voto. E’ il politicamente scorretto di una certa sinistra che ha pervaso come un cancro la società e blocca l’azione di chiunque non sia dei suoi. Sarebbe ora di farla finita con certa sinistra dei centri sociali, no tav, verdi, cooperative e toghe rosse. La destra già dimostra di non saper reagire prontamente ed efficacemente e l’Italia potrebbe essere presto governata non da chi ha maggior consenso popolare, ma da chi ha una migliore dialettica, non importa se truffaldina, e una migliore organizzazione di partito.
Onore a Mario e condoglianze alla Famiglia e all’Arma.