Perché Zingaretti vuole smantellare l’istituto tumori? Chi deve essere favorito?
Lo sa il presidente Zingaretti quanto ci impegnammo per dare a Roma un istituto tumori pubblico? Perché ora sembra puntare allo smantellamento di una struttura che è servita negli anni, fino a che non ne è cominciato il depauperamento, ad evitare i viaggi della speranza al nord? Glielo hanno detto quanti malati vengono a Roma per curarsi proprio lì?
Questa brutta storia di abbandono di un gioiello della sanità laziale va raccontata. Perché la lotta al cancro ha bisogno di cura e di ricerca, di passione e professionalità. Ma tutto questo pare abbandonato dal viaggiante governatore della regione, che ormai è alla prese con la malattia chiamata Pd. Non per questo si può permettere, Zingaretti, di fregarsene della rabbia di chi ci lavora (e di chi è ricoverato). Anche perché troppe sono ormai le voci che lo vogliono più interessato ad altre strutture, come il Gemelli e il Campus Biomedico, che certo sono qualificate ma non sono patrimonio pubblico. E il menefreghismo del presidente della Regione per l’Ifo – Regina Elena e San Gallicano – spinge sempre più famiglie a rivolgersi di nuovo al nord per la cura del tumore.
Burocrazia al posto della ricerca
Il nuovo progetto di riorganizzazione contenuto nell’atto aziendale grida vendetta. Manca il Dipartimento della Ricerca: senza un numero adeguato di laboratori e relativi primari, chi dovrà pensarci?
Lasciare unificate la Medicina oncologica con la Chirurgia è penalizzante per i pazienti, che sono quelli più bisognosi di cure.
In tutti gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) esistenti in Italia, c’è una media di 6,6 dipartimenti. All’Ifo 2. Negli altri istituti ci sono 31 strutture complesse in media, in questo caso solo 15. Come si cura il tumore? Come si fa ricerca? La regione Lazio tace, non risponde. I sindacati in stato di agitazione, il governatore viaggia.
Mentre viene disintegrata la struttura di cura e di ricerca, risulta invece incredibilmente rafforzata con numeri spropositati la parte amministrativa. Immancabile un nuovo dipartimento, sette unità operative complesse – a che servono? – sette unità semplici dipartimentali, 15 servizi di staff, 7 piattaforme, per un totale di 40 strutture. Ovviamente, ognuna di esse con tanto di direttore responsabile, non si sa mai qualcuno debba restare scontento. Il totale dei dirigenti sarà di 57 unità e i dipendenti amministrativi saranno diverse centinaia.
Negano la speranza
Presidente Zingaretti, è questa la rivoluzione sanitaria? Oppure ci troviamo ancora una volta di fronte ad una spregiudicata operazione politica che mette in condizioni di minorità una struttura risorta per primeggiare nella lotta al cancro?
L’amministrazione regionale fagocita l’intelligenza sanitaria in una struttura burocratica. Tutto questo fa orrore e la città di Roma e il centrosud che all’Ifo si rivolgono non meritano tutto questo.
Basti un esempio: la cancellazione della chirurgia gastrointestinale: ma vi rendete conto del danno che state provocando? I tumori del colon-retto e dello stomaco rappresentano rispettivamente il secondo ed il nono tumore per incidenza nella popolazione italiana ed il colon-retto è il secondo tumore per mortalità ed il secondo per prevalenza dopo il tumore della mammella con circa 500.000 italiani che ne sono affetti. State negando persino la speranza. Non è detto che vi sarà consentito.
se mantengono la gestione “politica” regionale dell’amministrazione dell’Istituto tumori…questi sono i risultati! Una volta gli IRCSS dipendevano dal Ministero…
i voti però si prendono presso altri , conviene agevolare la sanità privata dell’Opus Dei (Campus Biomedico) o del Policlinico Gemelli.
Ci mancava anche sto zingaretti, ci siamo tolti il chappa tutto di renzi, il parrucchiere di gentiloni e chi altro ci sta mettendo i bastoni fra le ruote, ma non si riesce a cavarne un ragno dal buco.
Se così stanno le cose bisogna che i cittadini ne vengano a conoscenza in modo capillare e mandare a casa Zingaretti e soci
Il Pd è stato al governo per molti anni e a Roma in particolare, grazie all’appoggio del Vaticano, con il quale ha interessi comuni, vedi cooperative, assistenza a migranti, rom ecc. E’ chiaro che il Pd favorisca le strutture del Vaticano a scapito delle pubbliche. Da quando Zingaretti è alla regione, con il nuovo CUP, è praticamente impossibile prenotare visite specialistiche o esami duiagnostici in convenzione. Ora a Roma si sta preparando l’apertura della nuova sede del Bambin Gesù nelle strutture dell’ex brefotrofio e poi ex provincia. Purtroppo il PD, con la sua efficiente macchina propagandistica, passa ancora come “amico del popolo”, invece ne è il traditore e il peggior nemico.