
Quale neo-regionalismo uscirà dalla riforma delle autonomie annunciata dalla Lega?
Riceviamo da Sante Perticaro e volentieri pubblichiamo:
Caro direttore,
Vorremmo, sinceramente, capire come fanno le armate di Pontida ad annunciare la vittoria in materia di autonomia regionale se -testualmente- il Ministro (M5S) Barbara Lezzi, ha detto in una conferenza stampa appositamente convocata che “mercoledì sono passate le nostre proposte che non danneggiano il Sud”.
Il che vuol dire che i referendum che avevano visto (soprattutto in Veneto) una grande partecipazione di popolo perché importavano, in pratica, una qualche sostanziosa penalizzazione per le realtà del centro e del mezzogiorno d’Italia, non vedranno affatto la luce così com’erano state impostate e/o propagandate.
Infatti, a una domanda esplicita che partiva dalla premessa che quelle ipotesi erano, di fatto, un modo per sezionare scientificamente l’Italia, Lezzi ha risposto, annuendo, che: “già, lo abbiamo ribadito per mesi”.
Allora, delle due l’una: ha vinto la Lega, o ha vinto il M5S ?
O, meglio ancora: cos’è passato mercoledì scorso, se il Governatore del Veneto, Zaia, ha tenuto a sottolineare che lui -in rappresentanza del popolo veneto che ha votato, a differenza di quello lombardo, in massa- non rinuncerà ad alcuna delle 23 competenze che ha rivendicato a gran voce ?
In più, per quel che attiene la distribuzione dei denari, che avverrà in conseguenza della nuova ripartizione dei poteri che scaturirà, come saranno ripartiti i 54 miliardi delle puntate che sono deposte sul piatto?
Tenendo conto del fatto che, nelle intenzioni, i poteri in capo alle strutture ministeriali dovrebbero rimanere intonsi così come quelli di altre Istituzioni.
Per la Lega il pacco regalo che si sta preparando non riguarderà solo l’immigrazione.