Salvini col revolver sul tavolo. Schiera persino Siri e corre verso nuove elezioni
Matteo Salvini ha messo il revolver sul tavolo. Lo dimostra la presenza di Siri al tavolo con le parti sociali di ieri mattina. Lo testimoniano le parole del suo collaboratore economico sulla flat tax. Il leader della Lega pare aver rotto gli argini per puntare al voto. Perché altrimenti non si spiegherebbe davvero che cosa succede. Con un dettaglio di non poco conto in più.
Dice un alto dirigente di via Bellerio. “Con Siri al suo fianco nel bel mezzo della bubbola di Mosca, Matteo dimostra di non aver paura delle manovre giudiziarie“. E così sembra volersi preparare ad una bella e tempestosa campagna elettorale. Rendendo più polveroso che mai il percorso parlamentare del governo.
Quell’allocco di Di Maio
Ci è cascato quell’allocco del vicepremier pentastellato. Di Maio non si è accorto della trappola e si è messo a minacciare i sindacati, prendendo di petto Salvini via Siri. Andate al tavolo con un indagato? “Avete fatto la vostra scelta di campo e noi faremo la nostra“. Con tanti saluti a chi vorrebbe un governo tra Pd e Cinquestelle. Litigando col sindacato è un po’ più complicato, diciamo.
Anche perché proprio dal Pd, Di Maio si sta prendendo una valanga di sberleffi, gli ricordano che è lui a tenere in piedi il governo con la Lega. E fra poco si troverà a dover scegliere anche il capo pentastellato: una campagna elettorale rischiosa ma condotta sulla questione morale oppure un governo bavaglio con tutto il resto del mondo?
Prima o poi anche lui dovrà rispondere alla domanda: ma se la Lega non ti sta più bene che ci stai a fare?
Ci si mette anche l’intruso, il presidente del Consiglio, che sferra mazzate al leader della Lega per via dei tempi della manovra economica. Salvini dice che la vuole ad agosto e Conte finge di comandare e strepita: “Decido io”. Le risate a via Bellerio si sprecano.
E Conte dice scorretto al leader leghista
Anche perché se poi il premier dà dello scorretto al ministro dell’Interno è evidente che lo strappo sta arrivando al punto di rottura totale.
Certo, poi in politica può succedere di tutto, ma in un paese normale – anche se l’Italia si forza di non apparirlo – alleati così non dovrebbero esistere. Si schiaffeggerebbero al primo incontro. Invece fingono di volere andare avanti. Conte convoca per venerdì un vertice sulle autonomie – l’ennesimo – e Salvini pretende la riduzione delle tasse. Capito perché la Lega non ha più timore della questione morale? La slealtà degli alleati fa premio, l’assenza di riduzione fiscale, il “tradimento” dei territori invocano poteri dallo Stato, i calci negli stinchi – pure da Moavero – quando si parla di immigrati, sono argomenti di sostanza in una campagna elettorale.
C’è da scommettere che nelle prossime ore il livello dello scontro sarà elevatissimo, scenderanno in campo tutti i giocatori, aizzati dai leader. Sulla rete si intravedono i primi fuochi, ognuno a difendere il proprio capo.
Mattarella osserva, e chi lo conosce bene lo dà per rassegnato. Se Salvini – che sembrava indebolito – ricomincia la sparatoria, non ci sarà manovra che tenga. Non sarà in grado di farla nessuno e si andrà a votare.
Però dopo la legge di bilancio, se la facciamo fare al Governo tecnico o del Presidente, oppure da grillini e Ds saranno solo nuove stangate fiscali e ulteriori statalizzazioni; non abbiamo alternativa per difendere il nostro popolo.
E cosi’ sia.
Avanti MATTEO! E’ il momento di mandare a casa un pò di inutili e perniciosi M5S e, con nuove elezioni, di governare finalmente DAVVERO, insieme all’amica Giorgia. Ultimo treno.
Perderlo? Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo!!!
Avanti!
Fabrizio Piccari Leghista e Patriota.
Salvini per piacere mandali al diavolo e andiamo al voto.
era ora,non aspettavo che si ferifficasse questo momento.AVANTI TUTTA !!!!Ora mi permetto di dare un consiglio:ALLE ELEZIONI IL PRIMA POSSIBILE E FORMARE UN SERIO GOVERNO CON FRATELLI D’ITALIA.
Bravo Salvini,punta i piedi e fatti rispettare da questi voltagabbana indecifrabili e inaffidabili.
Hanno dimostrato di essere degni seguaci del oro inventore e padrone: buttare fumo negli occhi per perseguire i propri interessi.