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“Sì” del Senato al taglio dei parlamentari. Di Maio e Salvini cantano vittoria

Politica - di Michele Pezza - 11 Luglio 2019 - AGGIORNATO 11 Luglio 2019 alle 16:32

È quasi fatta: manca solo il quarto ed ultimo passaggio parlamentare («il gol definitivo», ha semplificato con una metafora calcistica Luigi Di Maio) e poi sarà realtà la riduzione del numero dei parlamentari. Una volta approvata la riforma, infatti, ne saranno tagliati ben 345: la Camera passerà a 400 dagli attuali 630 mente il Senato scenderà dai 315 di ora a 200. Il referendum confermativo che dovrà sanzionare il loro del Parlamento è una mera formalità, dal momento che difficilmente si troverà un cittadino disposto a dire “no” al taglio elle poltrone.

Il testo alla Camera ai primi di settembre

Il boccone, del resto, è troppo gustoso per non assaporarlo piano piano. Tanto è vero che le fanfare della propaganda giallo-verde avevano cominciato a suonare ben prima dell’approvazione da parte del Senato, per poi scatenati quando dall’aula è arrivato il fatidico “sì”. Il più felice di tutti è Di Maio. E non solo perché realizza un punto caro al MoVimento ma soprattutto perché pensa che il voto odierno abbia il potere di blindare la legislatura. E non ha tutti i torti dal momento che ora difficilmente l’alleato Salvini sarà tentato di staccare la spina al governo per andare ad elezioni senza offrire il petto alla impopolarità che gli deriverebbe dall’accusa di aver provocato lo scioglimento delle Camere per salvare le poltrone dei suoi. Apposta il capo politico dei Cinquestelle batte il ferro ora che è caldo: «Siamo il Parlamento con il più alto numero di parlamentari in Europa chi staziona qui da sette o otto legislature dovrà trovarsi un lavoro. Gli manderemo una poltrona in miniatura».

Di Maio: «Fine dell’ingordigia». Il leghista: «In meno si lavora meglio»

Propaganda pura. E Salvini non è da meno: «Bene il taglio dei parlamentari – fa sapere da una diretta Fb -, in meno si lavora meglio. Taglio 345 parlamentari fatto». Ma Di Maio vuole la scena tutta per sé. Prima ringrazia il ministro Fraccaro, poi prenota un posto in prima fila a provvedimento definitivamente approvato («quando sarà riforma sarà targato M5S»), infine tira fuori il solito armamentario anni-Casta parlando di «fine di un’ingordigia politica andata avanti per decenni» e definendo «uno spettacolo di democrazia» una riforma che, assicura, «per sempre taglierà le poltrone e farà risparmiare circa 500 milioni di euro a legislatura».

Meloni: «E’ grazie a FdI se…»

Interviene la presidente di FdI Giorga Meloni, ricordando come sono andate le cose: «Se oggi il Senato ha detto sì al taglio dei parlamentari è grazie al sostegno fondamentale di Fratelli d’Italia. La maggioranza da sola non aveva i numeri in Aula: servivano 161 voti, ne ha espressi solo 159. Solamente grazie al voto di parte delle opposizioni il provvedimento è passato, e in particolare grazie al voto favorevole di Fratelli d’Italia. Ora chiediamo al M5S e alla Lega di dimostrare il nostro stesso buon senso e sostenere le proposte che FdI ha formulato sul piano costituzionale: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita».

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di Michele Pezza - 11 Luglio 2019