
Stupro al “Factory”, un orrore senza fine: la vittima violentata anche mentre era priva di sensi
Lo stupro alla discoteca romana Factory, quello per cui all’inizio dell’indagine si era paventato l’orrore inferto da presunti rampolli della Roma bene, si rivela ad ogni nuova acqusizione un orrore senza fine perpetrato da stranieri che ora hanno volti e nomi. Sono di origine romena gli stupratori individuati e ora perseguiti per la violenza sessuale su una ragazza etiope e, da quanto si apprende in queste ore dal sito del Messaggero, uno dei due accusati dell’orribile abuso, avrebbe addirittura infierito sulla giovane quando lei ha perso i sensi…
Stupro al Factory, la vittima abusata anche mentre era priva di sensi
Senza nessuna pietà, senza alcuna remora o richiamo morale: neppure vedendo la giovane esanime uno dei tre romeni ha pensato di smetterla, di chiamare i soccorsi, di provare a farla riprendere. Niente e nessuno ha potuto fermare lo scempio su quella povera ragazza ormai stremata e priva di ogni possibilità di difendersi. Tanto che, come riporta il sito del quotidiano capitolino, l’ennesimo aguzzino si sarebbe scagliato su di lei e «per terzo avrebbe violentato la giovane 21enne etiope dentro al locale caldaie della discoteca “Factory club”, mentre era ormai sfinita. Poi, insieme agli altri due stupratori che lo avevano preceduto, sarebbe scappato via, tornando in pista dalla fidanzata che era entrata con lui nel locale grazie al “lasciapassare” di un parente del romeno. La stessa fidanzata che, alcuni giorni dopo la violenza, intercettata dagli inquirenti, avrebbe confidato a un amico le sue preoccupazioni: “Non è che c’entra anche Gabriel?”». E sì, gabrile c’entra eccome: anche lui. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Vilma Passamonti, infatti, e come riferito dal Messaggero nel suo servizio, «Gabriel Pap Razvan, 25 anni, romeno, fermato dagli uomini della Mobile giovedì a Fidene, resta nel carcere di Regina Coeli. Ad appesantirgli le spalle adesso c’è anche un’ordinanza di custodia cautelare. Il gip non gli ha creduto mentre continuava, in fase di interrogatorio, a respingere l’accusa di violenza sessuale di gruppo».
L’esito degli esami sul Dna inchiodano anche il terzo uomo
Del resto, anche gli accertamenti scientifici lo inchioderebbero alle sue responsabilità: l’esito dell’esame del Dna parla chiaro e rappresenta una prova inequivocabile. il romeno, infatti, è risultato dai primi approfondimenti d’indagine avere dei precedenti penali per alcuni reati contro il patrimonio: per questo, quando le tracce di saliva trovate sugli indumenti intimi della vittima sono andati a combaciare con il suo codice genetico, per gli inquirenti non ci sono stati più dubbi sulle sue responsabilità nello stupro di gruppo. Ora dunque, agli inquirenti al lavoro sul caso, come scrive anche il quotidiano capitolino già citato, non resta che stringere «il cerchio attorno altri due uomini che hanno compiuto la violenza. Uno stupro aberrante, feroce e spregiudicato, perché compiuto a pochi metri dalla pista dove centinaia di giovani stavano ballando». e mentre la folla si divertiva ignara di quanto stesse accadendo a pochi passi di distanza, i tre stranieri infierivano sulla ragazza che poi, confusa, dolorante, ancora terrorizzata, dopo l’abuso ha cercato di ricomporsi ed è andata a chiedere aiuto e, ancora sotto choc, è riuscita a fornire descrizioni dettagliate utile alle indagini per individuare i suoi aguzzini, ora sotto accusa.