Tra Toninelli e Di Maio gara per il capocomico. Ma basterebbe un infermiere
Toninelli è vivo e nessuno lo farà fuori. Soprattutto ora che è felice, pure se ha fatto una pessima figura sulla Tav. Lo guardi e pare Pasqua. Ti precipiti sul suo account Twitter e la meraviglia ti inorgoglisce per una Patria con un ministro come lui. Sua Eccellenza ha lanciato un appello ai sindaci di tutta Italia: avanti col monopattino. L’alta velocità non si poteva avviare, ma il monopattino sì. Alla grande, nella ricerca delle idee più strampalate. Nessuno vuole minimizzare l’oggetto del desiderio del ministro, per carità, ma è una questione davvero così prioritaria da meritare addirittura un richiamo generalizzato ai primi cittadini? Ma si rende conto delle pernacchie che riceve di ritorno?
Diritto alla sobrietà
Vogliamo bene al ministro, se non altro perché ci mette di buonumore quando non è chiamato a governare. Suscita enorme simpatia, Toninelli, e saremmo tentati di dire guai se lo dovessero cacciare dal governo. Precipiteremmo nella tristezza assoluta.
E invece no, perché ci piacerebbe tanto rivendicare il diritto alla sobrietà. Non puoi presentarti, caro Di Maio, tutto impettito sul telefonino per le tue celebri dirette Facebook a chiedere serietà su Siri, Arata e compagnia, e poi sguinzagliare il pericolo pubblico che hai messo alle infrastrutture. C’è un limite a tutto.
Fate ciò quello che volete ma restituiteci una politica che si possa ascoltare, capire, e magari applaudire.
Sembra che tra i Cinquestelle si sia aperta ormai una vera e propria corsa alla successione al capocomico, e ogni giorno ne sparano una più forte. Facendosi seppellire senza tanti complimenti dai social che erano il loro regno.
Ci si è messo lo stesso Di Maio, con la ridicola suggestione chiamata #mandatozero per quei consiglieri comunali che, poverini, proprio non ci sono riusciti a diventare sindaci. Più perdono, più devono andare avanti. Poi ti chiedi perché tutti imbracciano come un fucile la tastiera e ti sparano addosso.
Da Torino a Lione in monopattino
Pensi che si siano calmati e spunta lui, Danilo Toninelli, con questa storia dei monopattini. Correte alle armi, sindaci di tutta Italia, e ordinate ai vostri concittadini la sfida. E speriamo che la Raggi non lo prenda in parola. Perché a Roma tra buche che diventano voragini e radici d’albero che minano le strade, c’è il rischio di una strage. Puoi anche pensare di aver trovato finalmente la soluzione per telefonare mentre guidi, ma dicono che potrebbe non essere proprio salutare.
Li guardi assieme e ti domandi se abbiano preso il posto del vecchio, caro scacciapensieri, questi ministri del cambiamento. Uno che magari vorrebbe rodarci in monopattino in una nuova versione della Torino Lione, beccandosi in diretta Facebook il contrordine del premier Conte; l’altro che sogna il mandato zero ma a stipendio uguale.
Non c’è dubbio, sono animati dalle migliori intenzioni. Toninelli e Di Maio – li citiamo in ordine di uscita dal governo – quando dicono e scrivono certe cose ci credono. Sono le loro priorità. Ma non si rendono conto, non ci arrivano proprio, che non sono le priorità dell’Italia. Nè i monopattini né i consiglieri comunali a spasso o no dopo due o tre mandati (tutto ancora da decifrare).
Potete dedicarvi un po’ di più alla crescita, cerebrale la vostra e produttiva quella del Paese? Non se ne può più. Chiamate Mattarella. O un bravo infermiere.
Bisogna considerare che non tutte le grandi opere bloccate, ben 52, sono realmente utili al Paese, spesso create solo per aumentare la finta occupazione elettorale, bloccata dal tracrollo degli investimenti privati tartassati dal Fisco nell’edilizia con i 32 settori collegati. In passato troppe cattedrali ed opere inutili ed incomplete al Sud con relativo sperpero di denaro pubblico; ma un enorme risparmio si potrebbe avere azzerando l’attuale sistema degli appalti, con tractor e subappalti a strozzo che consentono corruzione, inserimenti mafiosi, costi e mangerie senza limiti. In Germania costruire un Km. di strade costa €. 7.000 in Italia €. 32.000………alla faccia dello sperpero.
Il monopattino? Ma è uno scherzo?
Questo dobbiamo metterlo in clinica insieme a Franceschini.