
Ue, rissa continua tra Lega e M5s. Fitto: “Così il governo non può durare”
Il fatto che la Lega abbia votato nel Parlamento Europeo contro Ursula von der Leyen, la cui candidatura alla presidenza della Commissione Europea è parte integrante di un accordo cui ha partecipato in prima persona il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, «più che un problema politico, è la fotografia di quello che accade da un anno a questa parte: la Lega è contro i Cinque Stelle e i Cinque Stelle contro la Lega». Lo sottolinea Raffaele Fitto, eurodeputato di Fratelli d’Italia, co-presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti, a margine della plenaria a Strasburgo. L’Italia, continua Fitto, è guidata da «un governo che si regge su due forze politiche che non hanno punti di vista in comune e che litigano ogni giorno. Qui in Europa emerge in modo molto chiaro anche questo. Il nostro auspicio è che anche la vicenda europea contribuisca a interrompere l’azione di un governo che, se andiamo a vedere i risultati per il nostro Paese, non ne sta ottenendo nessuno».
“Sulle nomine Ue Lega condannata all’irrilevanza”
La guerra a colpi di dichiarazioni tra pentastellati e leghisti si consuma anche sui Social. La Lega, che è «un vecchio partito che non fa nulla per nulla»,scrive su Facebook, l’eurodeputato del M5S Ignazio Corrao, si è «sfilata» all’ultimo dal sostegno alla von der Leyen. Probabilmente perché il Ppe non le ha dato «certezze» sul commissario italiano. «Quindi, avanti con la reazione isterica, che altro non è, per chi sa leggere, una pubblica ammissione di fallimento e irrilevanza politica». Per l’europarlamentare, sulle nomine Ue il partito guidato da Matteo Salvini «ha giocato male le sue carte» e «si sta condannando all’irrilevanza, malgrado sia la prima delegazione italiana» nel Parlamento Europeo.
“Il M5s vota nella Ue con Renzi, Merkel e Macron”
La replica del Carroccio non si fa attendere. «La Lega non fa patti da prima Repubblica». È quanto dichiara Marco Zanni, presidente leghista del gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo. «A differenza di altri – accusa Zanni – non scambiamo la coerenza delle nostre idee e il nostro voto per una poltrona, che sia quella di un vicepresidente o di un commissario. I 5 stelle dicano se intendono rispettare il mandato popolare oppure seguire la pratica già messa in atto per l’elezione di Fabio Massimo Castaldo e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen». «Ciò che è accaduto lo abbiamo visto tutti, compresi gli italiani che hanno dato in buona fede la loro fiducia ai 5 stelle: un accordo di ferro – conclude Zanni – che vede il Movimento votare insieme con i partiti di Renzi, Merkel e Macron».