Whirlpool, Di Maio scherza: “Abbiamo fatto i compiti”. Ma c’è poco da ridere (video)
È iniziato con una gaffe del vicepremier grillino il nuovo confronto al Mise sulla crisi dello stabilimento di Napoli: sul tavolo, a cui partecipa l’Ad di Whirlpool Italia, Luigi La Murgia, e il ministro Luigi Di Maio assieme a Fim Fiom e Uilm, la presentazione del piano da parte della multinazionale e del governo con cui rendere possibile il contenimento delle perdite per circa 20 milioni denunciate dal gruppo e la salvaguardia dei 230 posti a rischio.
Di Maio scherza: “Abbiamo fatto i compiti”
«Abbiamo fatto i compiti a casa» Così il ministro dello Sviluppo economico, Di Maio, avvia in modo maldestro il confronto con Whirlpool e sindacati annunciando che anche il ministero ha messo a punto un piano e chiedendo all’azienda «cosa intende proporre». Alla vigilia della pausa estiva i sindacati vogliono avere garanzie. In particolare, chiede in sostanza che si escluda per iscritto la fuga in Polonia, visti i segnali che continuano ad arrivare dall’interno dell’azienda. La vicenda riguarda l’intera presenza della multinazionale americana in Italia, dopo che il governo ha bloccato il passaggio a terzi degli stabilimenti napoletani.
La trattativa prosegue al Mise
«Non vogliamo una guerra tra poveri. Siamo pronti a supportare l’azienda nell’individuazione di un’alternativa alla vendita. È pronta una norma, da approvare nei prossimi giorni, che permetterebbe a Whirlpool di avere una decontribuzione per 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi, non pagando tasse sui contratti di solidarietà». E’ questa, a quanto si apprende da fonti sindacali, la proposta che il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha messo sul tavolo de confronto in corso per salvaguardare il sito Whirlpool di Napoli ed evitarne la vendita.
Whirpool preferisce la Polonia
La Fim Cisl denuncia lo stato delle cose: «Di fatto non ha ancora chiarito in modo netto le intenzioni dell’azienda, e chiede al governo di svolgere come fatto negli anni scorsi il ruolo di mediazione necessaria a trovare soluzioni efficaci anche con strumenti che supportino la definizione di un piano condiviso». La Campania resta centrale, visto che resta in bilico il futuro di 1030 operai (tra azienda e indotto), tra l’Irpinia e Napoli.