«Capitan Attak», Alessia Morani fa la splendida sui social e viene “trucidata”
«Salvini dice a tutti che sono attaccati alla poltrona ma l’unico incollato al Ministero degli interni è lui!». Firmato Alessia Morani. Che posta anche una vignetta con la foto del leader leghista chiamato “Capitan Attak”. Poco prima, altri suoi post con una serie di epiteti dedicati proprio al verde Matteo: «disperato», «ignorante», «spaventato». E gongolando aggiunge: «Ha preso una botta così grossa che questo ferragosto se lo ricorderà per un bel po’ di tempo». A farle l’applauso sono solo i fedelissimi. Per il resto (basta dare un’occhiata generale a Facebook per capirlo) una valanga di sfottò. In molti ricordano i suoi scivoloni, le sue figuracce, i suoi errori clamorosi. Sulle pagine leghiste ci si affida all’ironia: «Ale’, ci fai solo ridere».
Alessia Morani, una vita gaffeur
Sì, a parlare è proprio lei, la regina delle gaffe e delle volgarità. Molti ricordano il famoso tweet sul caso della Sea Watch: «Il tenore degli insulti a Carola manifesta, da parte di chi li ha pronunciati, un disagio sessuale notevole nonché una discreta invidia delle dimensioni anatomiche di altri uomini #cervelliminuscoli”». In sostanza, chi protesta ce l’ha piccolo.
Fu sempre Alessia Morani a sbagliare la foto delle foibe, un errore incredibile. Cinque contadini sloveni sul punto di essere fucilati da un plotone di soldati italiani, a Dane, pochi chilometri da Lubiana, il 31 luglio del 1942. Postò l’immagine nel giorno del ricordo “per non dimenticare l’eccidio delle foibe e l’esodo dall’Istria di 350.000 italiani”. Fu sommersa dagli sfottò del web.
È finita di nuovo al centro delle critiche sui social anche per una foto taroccata del premier Giuseppe Conte che suona la chitarra. La deputata dem aveva postato su Twitter una foto in cui si vede Conte che suona per i pazienti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù con un capotasto posto sul manico dello strumento che dimostrerebbe che il premier suona per finta. Solo che quel capotasto è stato aggiunto successivamente in un fotomontaggio che è stato fatto circolare sul web, ma nella foto originale non c’era.