Che strano: “Fratelli d’Italia” in spiaggia no, “Bella Ciao” in discoteca sì
Anche a me vedere le cubiste del “Papeete beach” ballare a ritmo di Fratelli d’Italia suona un po’ strano ma certo non mi scandalizza. In fin dei conti, allo stadio o in spiaggia non fa troppa differenza. Era peggio quando cantare l’inno era se non vietato, quasi. Piuttosto, mi fa ridere che a lamentarsi di lesa “sacralità dell’inno” sia Repubblica e la sinistra politically correct che forse nemmeno conoscono bene la prima parte dell’Inno e di sicuro sconoscono la seconda parte che inizia con “Noi siamo da secoli calpesti e derisi”. E poi, proprio loro che anziché l’Inno nazionale amano cantare Bella Ciao, non si sono lamentati né sdegnati minimamente del fatto che la canzone simbolo della “resistenza gloriosa, immaginifica, eroica etc etc” sia diventata una canzonetta di successo nelle discoteche di mezzo mondo non solo tra ancheggianti ragazze ma anche tra ragazzi a volte in preda all’alcol se non peggio. Insomma, Bella ciao in discoteca è bella e forse anche un po’ antifascista. Fratelli d’Italia al mare invece non va bene, specie se il mare non è Capalbio e se tra i bagnanti c’è Salvini.