Da Milano a tutto il nord Giorgia Meloni lancia la sfida sovranista per l’Italia
Col sorriso potremmo chiamarla Marcia su Milano. Fratelli d’Italia non è più il partito romanocentrico che era comodo etichettare così. Certo, la Capitale e la sua regione restano sempre un punto di forza imprenscindibile per Giorgia Meloni, ma è significativa la serie di successi che si collezionano al Nord d’Italia.
Intanto, i due seggi europei nel triangolo tra Lombardia, Piemonte e Liguria. E ottime performance anche nel nord est: per fare un esempio, in quella circoscrizione europea, a Brexit avvenuta, entrerà a Strasburgo un eletto di Fdi e non ci sarà più Forza Italia. A Padova il responsabile della destra italiana si chiama Elisabetta Gardini, che di Fi era capogruppo in Europa.
Ingresso a Palazzo Marino
A Milano – dove la Meloni è andata a suonare la carica contro Beppe Sala per un sindaco di destra, anche con le primarie – finalmente si entra in consiglio comunale. Ha aderito a Fdi Andrea Mascaretti da Forza Italia: fu assessore con Letizia Moratti, sceglie la destra.
In tutto il nord del Paese tantissime persone – e soggetti politici – abbracciano la causa della Meloni, che sta vivendo una stagione felice e che probabilmente ad Atreju, dal 20 al 22 settembre, piazzerà altri colpacci niente male.
Il posizionamento politico di Fratelli d’Italia paga. Perché c’è sempre più bisogno di una speranza da ravvivare per chi stima Salvini ma non lo vota: se Berlusconi continua così, ne arriveranno ancora chissà quanti altri dalle file azzurre. Al punto che per la Meloni si porrà – come già fa – il problema della selezione agli ingressi.
Vuol dire che nell’aria si avverte il ritorno di una destra finalmente protagonista. E si comprende che si chiude il ciclo triste della diaspora di An e si apre la prospettiva di una grande forza politica che possa puntare a sostituire finalmente – e degnamente – i Cinquestelle al governo. E sono importanti i segnali dal Nord, perché qui vive e produce la locomotiva della Nazione. Mettere assieme percentuali a due cifre – con i copiosi risultati che cominciano ad arrivare da Roma in giù – con il tesoretto elettorale che si forma in alta Italia significa costruirla per davvero la destra nazionale.
Salvini si alleerà con Giorgia
Ha rinunciato a farlo Silvio Berlusconi, con quel richiamo ad un centrino indistinto che ha fatto scappare a gambe levate persino Giovanni Toti. Il nuovo riferimento nel centrodestra è destinato a chiamarsi Giorgia Meloni e sarebbe fantastico vederla realizzare un’alternativa sovranista assieme a Matteo Salvini, non appena questi si deciderà a portare finalmente gli italiani alle urne.
Nessuno creda alla voglia di corsa solitaria di Salvini. Perché anche lui sa di aver bisogno di una forza politica al fianco che offra garanzie di affidabilità. Se decidessero di correre assieme, rappresenterebbero, Matteo e Giorgia, la coppia politica del prossimo decennio. A giudicare dalle adesioni e dagli immancabili sondaggi, sempre più italiani lo percepiscono. Manca il passaggio finale, quello consacrato dagli elettori nelle urne. Basta lavorarci con la pazienza dei combattenti. Per questo è importante anche entrare al Comune di Milano con un consigliere. La formica conquista il terreno, centimetro dopo centimetro. L’Italia aspetta questa straordinaria rivoluzione.
Meloni,Italia unica, Salvini Italia federata o federalista. Come fanno a capirsi?
Belli siete….quando governerete insieme? Da soli pero’, senza pagliacci con le stelle. Le sole stellette dovranno essere quelle del Generale Ministro della Difesa.
Grazie bellissimi, a presto…al giuramento del vostro governo!
E’ bene che si dica quale sia il vero motivo per cui La LEGA di Matteo Salvini, stia resistendo a questo governo giallo-verde. Matteo Salvini da persona intelligente, è costretto a resistere e a convivere con questo M5S, perché sa di certo che il Presidente Mattarella, non vede l’ora di formare un governo di tecnici, come avvenne qualche anno fa. Il che significa non far andare al voto gli italiani, perché da per scontato che riuscirà a vincere la coalizione FDI-LEGA e ci aggiungerei anche TOTI. Quindi l’ostacolo maggiore non è quello di Matteo Salvini, ma di questo presidente il quale sta dimostrando di non essere imparziale, ma di ascoltare le disposizioni che gli impartisce il suo predecessore…