D’Annunzio e Fiume. Al Vittoriale si studia un grande della cultura italiana
Ha lasciato il segno nella cultura italiana, Gabriele D’Annunzio. Ed è stato “riscoperto” dalle nuove generazioni, riuscendo persino a sfondare sui social, dove vengono riproposte le sue frasi più famose. Scrittore e poeta, molte sono le iniziative per approfondire il suo pensiero. Nel centenario della sua impresa fiumana, il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (Brescia) promuove un convegno internazionale di studi dal titolo Fiume 1919-2019. Un centenario europeo tra identità, memorie e prospettive di ricerca, per comporre un bilancio sullo stato degli studi e suggerire nuove vie di ricerca. In tre giornate di lavoro (dal 5 al 7 settembre), storici, ricercatori e giovani studiosi, i cui interventi saranno pubblicati a cura della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, si concentreranno sull’influenza dell’impresa di Fiume sulla politica italiana e sulla memoria pubblica e, attraverso un approccio comparato tra storiografia italiana e croata, guarderanno alla vicenda storica secondo una prospettiva europea. A chiudere il convegno, la tavola rotonda di bilancio storiografico con il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, gli storici Ernesto Galli della Loggia, Alessandro Barbero, Francesco Perfetti, Stefano Bruno Galli e Maurizio Serra.
Il Vittoriale, la casa-museo dove Gabriele d’Annunzio si ritirò nel 1921, detiene l’Archivio Fiumano, la più vasta raccolta di fonti riguardanti la storia dell’Impresa. La Fondazione, spiega Bruno Guerri, intende dunque favorire la riscoperta di un capitolo del Novecento