Feltri al vetriolo: i preti contro Salvini per il crocefisso? Ma se la Dc ce l’aveva nel simbolo…

21 Ago 2019 13:47 - di Redazione

All’indomani del lungo pomeriggio parlamentare di ieri, Vittorio Feltri torna su uno dei momenti più dibattuti al Senato: il ricorso al crocifisso reiterato dal leader del Carroccio fino a ieri in Aula. E come è solito fare, il direttore di Libero va dritto al punto e da Twitter ammonisce: «Molti preti attaccano Salvini perché bacia il crocefisso e dimenticano di essere stati per oltre 40 anni propagandisti e attivisti della Democrazia che aveva il crocefisso addirittura nel proprio simbolo». E in effetti…

Tweet di Feltri sui rimproveri a Salvini per il crocefisso

Del resto, non è certo la prima volta che Feltri interviene causticamente sul tema della persecuzione mediatica e iconologica agita contro Salvini per l’osteggiato ricorso al crocefisso in piazza; tanto che, già nel maggio scorso il direttore rilevava caustico: «Non è una novità che Salvini sia sotto tiro. Gli sparano addosso tutti e chissenefrega. Affari suoi. Tuttavia è ovvio rilevare la pretestuosità degli attacchi. I preti sono incazzati neri con lui perché egli invoca Dio. Affermano che il padreterno è di tutti e non va tirato in ballo dal leghista. Obiezione: se è di tutti è anche suo per cui lo può citare quando cavolo vuole. Non capisco che cosa ciò importi a parroci, vescovi e cardinali. I quali non si comprende per quale ragione debbano avere il monopolio del creatore». Concludendo riflessioni e commenti sardonico che, «personalmente non sono né credente e neppure anticlericale. Quando vedo Matteo che brandisce il rosario mi viene da ridere ma non mi passa per la testa l’idea di impedirgli di farlo. Ciascuno agisce come gli pare». Cei e Vaticano tutto permettendo…

E quell’iperbolico richiamo del grillino Morra che…

O almeno così dovrebbe essere: ma come rilevato continuamente negli ultimi mesi di impegni pubblici e manifestazioni di piazza, questa regola per Matteo Salvini sembra non valere. Tanto che ieri a Palazzo Madama si è arrivati addirittura all’assurdo del senatore Morra, calabrese del M5S e presidente della Commissione parlamentare antimafia che, all’apice dell’iperbole polemica, ha persino sostenuto che impugnare il rosario in Calabria occulterebbe l’intenzione di rivolgere un criptico omaggio alla ‘ndrangheta… Immediata, e non poteva essere diversamente, la replica di Salvini: «Io rifacendomi a Maria e al buon Dio, secondo Morra, ho mandato un messaggio alla ndrangheta. Ma vi rendete conto? Ora in Calabria non si può pregare la Madonna. Alla faccia della libertà»…

 

 

Commenti

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  • roberto 21 Agosto 2019

    sono cresciuto frequentando l’oratorio, ma non posso ammettere che il clero si interessi di facile politica contro chi si sta adoperando per il popolo italiano.

    a globalità è la morte del mondo, quello vero, non quello di Soros.