Italiano violenta la figlia di due anni e vende i video: scoperto dalla polizia australiana

23 Ago 2019 17:12 - di Redazione

Un video finito nel mezzo di un’indagine della polizia postale australiana ha portato alla luce un presunto padre orco del Trevigiano, che avrebbe violentato la figlia di 2 anni e messo in rete il video. Il 46enne arrestato, riferisce la stampa locale, avrebbe poi venduto le immagini ad un circuito di pedofili dall’altra parte del mondo, in Australia appunto, pensando di farla franca. Ma alcuni fotogrammi di quei video pedopornografici amatoriali, l’hanno incastrato. L’uomo è stato arrestato su un’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari di Venezia, che ha accolto le richieste dei sostituti procuratori lagunari.

La bambina viveva da sola col padre

Secondo la Tribuna di Treviso l’uomo ha filmato per molto tempo le violenze, per poi offrire i video nel mercato nero della macelleria pedopornografica, che popola la deepnet: la rete criptata. Pensava forse di essere “invisibile”, vendendo quei video letteralmente dall’altra parte del mondo: ad un sito gestito in Australia. E contando sul silenzio della figlia, ancora troppo piccola. La madre non viveva con loro, avendo lui ottenuto da tempo dal Tribunale la podestà genitoriale. Vicende familiari che non possono essere raccontate oltre per evitare il riconoscimento della piccola vittima.

La polizia australiana ha segnalato l’uomo a quella italiana

Clamoroso che gli abusi di Treviso siano stati scoperti dall’altra parte dell’Oceano. L’Associazione nazionale Telefono Rosa commentando il caso si chiede come sia stato possibile che nessuno se ne fosse accorto. «Siamo convinte – sottolineano le volontarie di Telefono Rosa – che aveva già manifestato in passato queste sue tendenze e qui la solita domanda: è possibile che nessuno si fosse accorto di nulla? Né la mamma della bimba né i familiari più stretti? Si può diventare esseri così aberranti improvvisamente? Ci stupisce che nessuno abbia notato certi comportamenti. Esortiamo tutti a una maggiore attenzione e solidarietà verso i più deboli e le persone indifese. Queste sono le sole armi che abbiamo, ma che davvero possono inchiodare esseri non degni di essere chiamati uomini».

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