La Raggi è un castigo di Dio: anche per la pista ciclabile a Conca d’Oro scoppia l’inferno
Pista ciclabile, maledetta ossessione. I romani nell’era Raggi vivono un’età di decadenza e di abbrutimento della città, ma certo gli abitanti del III Municipio devono aver commesso qualche peccato grave più di altri per essere considerati zero. La pista ciclabile in via Val d’Ala, alla congiunzione con via Conca d’Oro, era l’ultima cosa di cui si sentiva necessità, l’emblema dell’inutilità di una giunta che continua a sfornare cose inutili e dannose. “Un castigo di Dio”, commenta la maggior parte dei residenti e dei commercianti alla vista di quella pista ciclabile, appena realizzata, adiacente al Parco delle Valli: ma perchè non l’hanno fatta all’interno di quell’area verde, allora?, si chiede indignato Alessandro su Fb, seguito sui social da altri gruppi di quartiere imbufaliti: è la domanda dei residenti che guardano sbigottiti le due corsie di ciclabile che renderanno ancora più infernale il traffico ordinario, che renderanno un’impresa epica trovare un parcheggio.
Pista ciclabile, mito radical chic
Già, perché non farla nel Parco? Una domanda che andrebbe rivolta alla Raggi e ai titolari di un Municipio, quasi sempre a guida di sinistra e di ultrasinistra, con una breve, infausta, parentesi grillina, poi decaduta anzitempo. Un Municipio martoriato dove è più facile fare le cose facili che prendere di petto questioni strutturali per far rinascere un quadrante che sta scivolando nel degrado. Lì a due passi giace infatti, chiusa, la Ferrovia di via Val d’Ala. Realizzata con grandi spese e ora inutilizzata, l’ennesima cattedrale nel deserto. Ma vi pare normale che anzichè ripristinare una strategica infrastruttura, realizzino una inutile pista ciclabile? Un quadrante tra i più grandi e popolosi, che comprende Conca d’Oro, Montesacro, Talenti, Tufello, le criticità “storiche” sono inimmaginabili, mai risolte, snobbate dai titolari del Municipio ma soprattutto da un sindaco Raggi sordo ai problemi quotidiani delle persone normali: dalla carenza di mezzi pubblici, a una Metro B che va a singhiozzo, dal caos rifiuti (attualmente in alcune vie della zona delle Valli non sono stati ancora ritirati…). Uno scatafascio. A sinistra non stanno bene.
La battaglia del centrodestra
Il progetto della pista ciclabile, che verrà estesa sciaguratamente anche a tutta via Conca d’Oro è un’ossessione contro cui si è battuto a lungo il centrodestra nel III Municipio, come ci ricorda Fabrizio Bevilacqua, consigliere storico, già Msi. Anche sul suo profilo Fb sta andando in scena un dibattito furibondo. Ma sciaguratemente i cittadini del III Municipio hanno dato fiducia in questi anni ad altre realtà politiche. E i risultati sono questi. L’infausto progetto nasce, ci racconta Bevilacqua, «da quado furono elargiti dei fondi europei all’Ufficio Mobilità di Roma. In consiglio, in realtà, non c’è mai stato un dibattito, siamo stati solo informati. Una decisione calata dall’alto, la volontà dei pochi, senza prendere atto dell’impatto dei progetti sulle singole realtà di quartiere. Una decisione che è poi entrata nella spirale perversa sinistra-M5S».
Fuori dalla realtà
Infuriano le polemiche sui social. Basta adare su alcuni profili Fb di zona come il Gruppo residenti Conca d’Oro per credere: è un “martirologio”, a partire dalle foto che immortalano il degrado e gli atti di vandalismo alla fermata Metro, costruita e poi mai manutenuta. Per non parlare dell’assenza di legalità, con motorini bruciati ogni giorno, bisbocce notturne con bottiglie accatastate sui marciapiedi. Una zona in cui andrebbe ripristinato l’abc e dove invece si vuole imporre a forza un “mito” della sinistra radical-chic, che fa dell’uso della bicicletta una scelta ideologica. Scrive un utente Fb: «Questa invidia delle capitali europee dotate di piste ciclabili sta facendo sragionare gli assessori che approvano continuamente queste stronzate, che serviranno solo a ingolfare il traffico già enormemente diffuso a Roma, questi devastati mentali riescono solo a dimostrare la loro incompetenza sulla materia urbanistica, e andrebbero cacciati a calci nel culo dai cittadini che devono sottostare alle loro angherie, maledicendoli ogni volta che sono costretti a perdere tempo nel traffico generato da queste assurde strettoie! PS.: e a dirlo è un appassionato ciclista….», scrive Gian Piero. «Vogliono far passare la ciclabilità come una soluzione alla viabilità e non un mero divago … pazzi inadeguati», rincara Fabrizio su Fb. «La restrinzione di una carreggiata che non era neanche prima una pista d’aeroporto è un errore gravissimo di valutazione dell’impatto sul traffico». E’ la sinistra, bellezza!