L’Afghanistan come il Vietnam? Costretto all’accordo coi talebani Trump pensa al ritiro

2 Ago 2019 14:46 - di Redazione

Finalmente gli Stati Uniti hanno preso la decisione che si attendeva da anni: l’amministrazione Trump si sta preparando a ritirare migliaia di truppe dall’Afghanistan in cambio di concessioni da parte dei talebani, tra le quali il cessate il fuoco e la rinuncia ai rapporti con al Qaeda, come parte di un iniziale accordo per mettere fine alla guerra dopo quasi 18 anni. Lo scrive oggi il Washington Post citando fonti ufficiali Usa. L’accordo, che prevede che i talebani inizino a negoziare un più ampio accordo di pace direttamente con il governo afghano, ridurrebbe il numero dei militari Usa nel Paese da 14mila a 8-9mila, la stessa quantità di truppe che erano dispiegate quando Trump si è insediato alla Casa Bianca nel 2017. Il piano ha preso forma durante i mesi di colloqui tra i talebani e Zalmay Khalilzad, il diplomatico americano di origine afghana che Trump lo scorso anno ha nominato alla guida dei negoziati. Secondo le fonti citate dal Post, l’accordo potrebbe essere finalizzato prima delle elezioni presidenziali che si svolgeranno a settembre in Afghanistan. Ma le stesse fonti sottolineano che rimangono ancora significativi problemi e che i leader talebani potrebbero ritardare la chiusura dei negoziati.

Secondo la fonte citata dal giornale americano, i negoziati “sono arrivati all’80/90 per cento, ma c’è ancora una lunga strada per completare quel 10/20 per cento”. Il piano è destinato a essere visto con scetticismo sia negli Stati Uniti che in Afghanistan da chi mette in dubbio la buona fede dei talebani. Ma se approvato sarà uno dei più importanti passi avanti verso la fine della guerra, obiettivo che negli Stati Uniti ha un crescente sostegno bipartisan. Un portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, non ha voluto sbilanciarsi sulla possibilità dell’effettiva chiusura dell’accordo. “Siamo speranzosi – ha detto – le cose sembrano promettere la possibilità di una svolta. Speriamo che non vi siano ostacoli, ma questo dipende dalla serietà degli americani”. Da parte sua Khalilzad in un tweet di mercoledì scorso ha detto che spera di avere presto un nuovo round di colloqui in Qatar e che se i talebani faranno la loro parte l’accordo potrà essere finalizzato. A Washington si riconosce comunque che vi sono legittime preoccupazioni riguardo alla possibilità che i talebani non accettino di rompere con al Qaeda o schierarsi contro lo Stato Islamico come chiede Washington. Nonostante questo, alcune fonti affermano che un ritiro parziale potrebbe aprire le porte ad altri negoziati e mantenere viva la missione anti-terrorismo. I talebani si rifiutano di negoziare con il governo afghano, da loro considerato un governo fantoccio, fino a quando non sarà raggiunto un accordo per ritiro truppe Usa.

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