Pizzarotti fa a pezzi Pd e M5s: l’inciucio? Dovranno fare capriole triple per spiegarlo
Alla fine anche Federico Pizzarotti, nel day after la crisi di governo, prova a togliersi qualche sassolino dalla scarpa e sull’esito delle consultazioni al Colle, l’esponente di Italia in Comune prima dichiara di preferire non fare previsioni, poi subito dopo assesta il colpo: «Una cosa è chiara – precisa, parlando all’AdnKronos – Pd e 5 Stelle vogliono un governo di legislatura ed evitare le urne, che sia un bene o un male ce lo dirà il tempo. Da qui ad arrivare a un accordo, però, penso che la strada sia ancora lunga e tortuosa. Si sta ragionando molto sul qui e ora, mi chiedo però come due partiti così diversi possano ritrovarsi sui dossier caldi, di cui oggi si è persa traccia: Tav, Ilva, Tap, Reddito di cittadinanza, quota 100, Decreto sicurezza, politiche degli sbarchi. Se vogliono fare un governo, su questi dossier qualcuno dovrà fare capriole triple e spiegarle ai suoi elettori».
Pizzarotti sul governo giallo-rosso: la strada è lunga e tortuosa
Difficile stabilire quale sia la strada più auspicabile, afferma il sindaco di Parma, «non esistono verità assolute, dipende come interpreti il percorso che hai scelto. Ora spetta a Mattarella trovare la chiave giusta. Però una cosa va detta: bisogna dire in modo chiaro da che parte si sta». E ancora: «Se i 5 Stelle sono quelli dell’Impeachment al Presidente, dell’alleanza con Farage, del referendum sull’Europa, dell’alleanza con la Lega che attua politiche sovraniste, mi chiedo come si possa trovare uno sbocco comune che duri una legislatura – rimarca Pizzarotti –. Il centrosinistra è in declino perché non sa più interpretare il mondo e proporre una visione nuova dello stesso. Ci vuole un cambio di rotta responsabile, istituzionale e moderato, ma un cambio di rotta forte e deciso. Oggi vedo poco coraggio, si galleggia mentre all’orizzonte avanzano le destre e i populismi. Chiedo: si è pronti all’impatto? Secondo me no». Poi, facendo qualche passo indietro – e dimostrando di non essere ancora del tutto sereno rispetto a quanto subito dai suoi ex colleghi di Movimento – il primo cittadino di Parma aggiunge: «In questi anni gli elettori Cinque Stelle hanno digerito di tutto. Nel lungo periodo a trarne vantaggio potrebbe essere Salvini. Il populismo non finisce oggi, ha solo ritardato la sua marcia. Sovranisti e populisti sono ancora forti perché da questa parte si mostra debolezza».
L’attacco a Grillo: «Una contraddizione perenne»
Poi, sterzando bruscamente la rotta della sua disamina, Pizzarotti passa a parlare di Salvini: «Quanto al leader della Lega, si è dimostrato efficace in tv, ma scarso nei luoghi istituzionali. Ha perso su tutta la linea dilapidando il suo patrimonio». Quindi, passa a Conte, al quale pure non risparmia critiche e rilievi: «Ha fatto un discorso a tratti condivisibile quando ha parlato di europeismo, di investimenti nell’istruzione, di salvaguardia dei diritti e quando ha criticato i sovranisti, ma dov’è stato negli ultimi 15 mesi?». E infine, ne ha pure per Grillo: «Quella persona che epurava chi pensava nel 2013 di stringere un accordo col Pd, mentre oggi lo auspica. È Grillo, nulla di nuovo: una contraddizione perenne».