Strage di Bologna: «C’è chi sa ma non può parlare. Via il segreto di Stato» (video)
Togliere il segreto di Stato da tutti gli atti inerenti la strage di Bologna, in modo che la verità possa finalmente emergere. E che chi sa, i pochi che le hanno potute visionare possano finalmente parlare. È la richiesta dell’Intergruppo parlamentare “2 agosto. La verità, oltre il segreto sulla strage di Bologna”, che si è costituito alla vigilia del 39esimo anniversario della strage, su iniziativa dei parlamentari di FdI Federico Mollicone e Paola Frassinetti. «Siamo qui come cercatori di verità, e non uomini di parte o di partito, per assicurare alle vittime della strage di Bologna, della strage di Ustica, ai morti causati dal terrorismo brigatista e i tanti altri, giustizia e alla nostra Nazione la fine dell’interminabile dopoguerra, e della guerra fredda che si è giocata sulla scacchiera Italia, di cui l’attentato a Bologna è una tragica fase di gioco», ha spiegato Mollicone.
Togliere il bavaglio sulla strage di Bologna
Mollicone e Frassinetti hanno anche promosso una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, che ha già ottenuto l’adesione di parlamentari di Lega, FI e M5s. Vi si chiede di investigare, in maniera «esclusivamente tecnica e non politica», tutte «le dinamiche e le connessioni del terrorismo interno e internazionale con la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e le relative attività dei servizi segreti italiani ed esteri». Un percorso che riguarda, quindi, anche gli atti precedenti e successivi alla strage, ma con esso connessi e ancora sottoposti al vincolo del segreto. Perché oggi, anche alla luce dei clamorosi ultimi sviluppi emersi nell’ambito del processo a Gilberto Cavallini e delle dichiarazioni di alcuni parlamentari che hanno rivelato di aver visto atti contenenti la verità sulla bomba ma di non poterli svelare perché secretati, quella verità non è più una irraggiungibile «luna nel pozzo».
Mollicone: «La verità non è una luna nel pozzo»
«La sapienza popolare dice “cercare la luna nel pozzo” per intendere una ricerca vana. In 39 anni si è cercata appunto la luna nel pozzo di depistaggi di Stato, pentiti inattendibili, evidenze indimostrate, sentenze parziali discusse e discutibili. Non si è cercata la luna splendente della verità oggettiva e storica, oscurata nella notte del segreto di Stato», ha spiegato ancora Mollicone. Ed è proprio questa la richiesta di Mollicone, Frassinetti e di tutti i parlamentari che hanno aderito all’Intergruppo e sostengono la Commissione: dare finalmente voce alla verità su Bologna, togliendole il bavaglio del segreto di Stato.