Tav, sono le opposizioni a decidere. Conte se ne vada ad alta velocità

7 Ago 2019 6:00 - di Francesco Storace

Anche sul Tav prenderanno sganassoni. I Cinquestelle si preparano a ricevere stamane un’altra botta drammatica ad un loro cavallo di battaglia e pare tutto così normale. Sfidano il Parlamento e saranno invece le opposizioni a decidere che il Tav si deve fare. Giuseppe Conte, che vedrà condivisa la sua posizione dal pezzo parlamentare meno numeroso della sua maggioranza unito alle minoranze, ma osteggiata dal pezzo più grande della sua alleanza di governo, dovrebbe andarsene ad alta velocità.

Finite le votazioni, i pentastellati farfuglieranno: “La nostra mozione impegnava il Parlamento, mica il governo”. E anche questa è un’altra cosa mica normale. Di solito una mozione viene depositata per indirizzare il governo verso un obiettivo. Secondo la curiosa interpretazione dei Cinquestelle (interessata, ovviamente, vista la malaparata), invece, il Parlamento si autoindirizza… Più ridicolo non si può. Una mozione futile, inutile, boomerang. Perché ci devono essere conseguenze.

Se il primo partito del Parlamento perde la sfida che ha lanciato, davvero si può pensare che non debba succedere nulla? Per loro è così, al solito, perché sono imbroglioni e scaldapoltrone. 

Il VaffaDay toccherà a loro

Nati nel giorno del VaffaDay, i seguaci di Beppe Grillo si preparano a scomparire alla medesima maniera. E stavolta gli insulti li beccheranno per aver osato prendere in giro persino il loro popolo.

La mozione NoTav del maggior gruppo parlamentare a sostegno di un governo il cui premier è SiTav dovrebbe rappresentare la tomba dell’esecutivo. Il Senato il luogo della sepoltura. Vogliono giustificarsi di fronte agli elettori che gli sono ancora rimasti, se la faranno bocciare e protesteranno dicendo che è colpa degli altri. È una vergogna. Sono la vergogna della politica.

Di Maio vuole rifarsi una verginità, ma ormai non si contano più le parole e le belle promesse che si sono rimangiati in un anno e passa di governo. A Palazzo Madama sperano di trascorrere liscia, col minor danno possibile, anche questa triste giornata. Ma non può essere loro consentito di farla franca. E nemmeno al loro premier.

Se Conte potrà mantenere gli impegni internazionali sul Tav non sarà grazie alla sua maggioranza, ma a quelli che gli si contrappongono. Le opposizioni garantiscono che l’Italia possa far fronte a quanto sottoscritto, mentre il corpaccione della maggioranza se ne frega e sgambetta proprio Conte.

Tocca a Mattarella

Il presidente della Repubblica se ne andrà in vacanza – come pure sarebbe giusto – o convocherà al Colle l’omino di Palazzo Chigi per segnalargli che il giochino non funziona più?

Il ministro più direttamente “competente” sul Tav è quello alle infrastrutture, Danilo Toninelli, ferocemente contrario all’opera. Pure lui deve rimanere al suo posto?

Ma se tutto resta così, allora a che serve far votare il Senato sulle mozioni sul Tav? Dopo gli elettori prendiamo in giro anche il Parlamento?

E’ una farsa che deve cessare con immediatezza, perché ne va della credibilità di un sistema Paese. In nessuna parte del mondo governa una maggioranza così spregiudicata e davvero non è questo il bene dell’Italia. I Cinquestelle volevano fare una bella figura ma invece si confermeranno i soliti quaquaraqua senza arte né parte. Vergogna.

Commenti

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  • Mauro Collavini 8 Agosto 2019

    Non sono le opposizioni a vincere, semplicemente secondo la maggioranza degli italiani la Tav è una buona cosa per cui è giusto farla.