Trattano dietro le quinte. Salvini romperà, ma quando non lo sa nessuno

8 Ago 2019 6:00 - di Francesco Storace

Non sanno come uscire dal pantano. Ascolti Salvini da Sabaudia perché sono stati i suoi a caricare l’evento – “sarà una bomba”, avevano detto – ma non succede nulla. Perché in realtà c’è una trattativa in corso. Perché altrimenti non si spiegherebbe il motivo del silenzio del premier Conte, barricato a Palazzo Chigi, pure lui ad ascoltare la diretta Facebook del capo della Lega. Perché altrimenti non si spiegherebbe il rinvio dell’assemblea dei gruppi parlamentari del Cinquestelle.

Quando non parla nessuno è la legge della politica: si tratta dietro le quinte. Altro che bombe da Sabaudia, altro che crisi dalla spiaggia. Sul tavolo è posata la solita roba, che non a caso si nega.

Le cose che non vanno

Per carità, Salvini ha ragione ad indicare le cose che non vanno. E nel mirino ci sono le politiche economiche (Tria), quelle infrastrutturali (Toninelli), quelle ambientali (Costa) e persino la Difesa (Trenta). Sarà pure vero che dice che la Lega si accontenta dei sette ministri che ha; ma è evidente che ha abbattuto un governo inconcludente e chiede un maxirimpastone. Non si chiameranno poltrone, perché pare brutto. Ma sennò non si capisce il perché di tutta questa commedia senza fine.

Passera’ Ferragosto e la trattativa sarà favorita dall’estate che distrae gli italiani in vacanza. Se il governo Conte sopravviverà, Salvini sarà più forte e Di Maio sempre più a pezzi. Ma siccome i guai non vengono mai da soli, sarà il corpaccione dei Cinquestelle a mettere all’angolo il cosiddetto capo politico, in un gioco destinato a perpetuarsi per chissà quanto tempo ancora.

Il silenzio di Mattarella

Spicca in queste ore il silenzio ufficiale anche dello stesso Capo dello Stato, che pure ha trascorso una ennesima giornata al telefono a capire che succede e che cosa può esserci all’orizzonte.

La strada più lineare sarebbe quella della conclusione di un ciclo politico insensato e restituire la parola al popolo. Salvini ha lasciato uno spiraglio aperto alla prospettiva, ma forse più per ragioni di piazza che per convincimento reale.

La situazione resta oltre il livello di guardia, in una giornata caratterizzata dalla clamorosa spaccatura sul Tav. Conte – convertitosi tardivamente all’opera – è sorretto da una maggioranza che si è divisa sulla Torino-Lione in maniera inusitata. Il pezzo più grande – i Cinquestelle – ancora ad una sconfitta tenacemente perseguita per ragioni di propaganda inutile; l’altro, la Lega, assieme alle opposizione per dire invece sì alla realizzazione dell’intesa con la Francia.

Manca l’esempio

Come facciano a pensare di poter andare avanti in questa maniera è un mistero tipico di questa stagione. L’economia cresce a colpi di zero virgola e le tensioni nel Paese continuano ad accumularsi. Arriva il momento – ha detto ancora Salvini – che se non si riesce ad andare avanti, se ne prende atto e ci si separa. Ma quel momento continua ad essere procrastinato e tra le mura di casa si urla in continuazione. E la gente sente gli schiamazzi.

Manca l’esempio della serietà, a cui il popolo ha diritto. Serve una guida sicura, che non c’è. Proseguendo così, perderemo anche il diritto alla speranza. Chi governa non può farci questo.

Commenti

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  • ADRIANO AGOSTINI 8 Agosto 2019

    Non credo che Salvini romperà. Non gli conviene e correrebbe grandi rischi perché, a mio parere, e visto l’orientamento politico di Mattarella, il Presidente non ricorrerà a nuove elezioni soprattutto per il rischio di un governo di destra. E’ già pronto Draghi per un governo tecnico, memori dei governi di Napolitano, di cui Mattarella è allievo, e sarebbe come cadere dalla padella alla brace.