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Vertice con Conte: “tarallucci e vino” sui programmi, guerra sulle poltrone

Vertice con Conte: “tarallucci e vino” sui programmi, guerra sulle poltrone

Politica - di Michele Pezza - 31 Agosto 2019 - AGGIORNATO 1 Settembre 2019 alle 09:13

Il premier Conte e le delegazioni PdM5S asserragliati tre ore a Palazzo Chigi per fare il punto sul programma. Almeno così dice la versione ufficiale. La realtà è molto più prosaica: il vertice è una sorta di depistaggio, un polverone alzato  per far credere alla pubblica opinione che la polpa del contenzioso tra i due partiti che si erano fino a ieri tanto odiati stia nei contenuti e non nelle poltrone. Anzi in una poltrona, quella di Luigi Di Maio. L’incaglio è quello. L’esito, quindi, non poteva che essere quello dei soliti “tarallucci e vino” camuffato da sguardi pensosi e bocche semi-cucite dei protaginisti: Del Rio e Marcucci per il Pd; D’Uva e Patuanelli per il M5S.

Pd e M5S: «Passi avanti sui contenuti»

Il più loquace è stato il primo, che ha parlato di «passi in avanti», rimettendo  la «sintesi» nelle mani di Conte. «Si sta lavorando per andare avanti», gli ha fatto eco D’Uva. Tanta reticenza ha una sua ragione. Entrambe le delegazioni sono infatti consapevoli che il tavolo che si è riunito a Palazzo Chigi non è l’unico e neanche risolutivo. Quello vero ha come protagonisti Zingaretti e Di Maio (e lo stesso Conte). E a loro spetta la missione di dare un ordine e un senso al complicatissimo puzzle delle poltrone incombe. La polpa è quella e non i programmi. Non per niente Marcucci ha detto di aspettarsi «un chiarimento politico».

Resta il nodo del ruolo di Di Maio

Nel frattempo, i toni ultimativi usati ieri dai Cinquestelle sembrano già in dissolvenza per lasciare il posto a propositi più concilianti. «Sul decreto sicurezza bisogna lavorare sui rilievi del Quirinale, che vanno rispettati. Nel M5S non c’è alcun malumore», ha assicurato D’Uva. E Patuanelli: «La ricognizione dei temi con Conte è andata bene». Morale della favola: tutto lascia pensare che Pd e M5S andranno presto a vivere felici e contenti. Sempre che, ovviamente, si trovi le poltrone giuste, a cominciare da quella di Di Maio.

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di Michele Pezza - 31 Agosto 2019