Calenda “sdraia” Di Maio e brucia Renzi: apre la scissione nel Pd e lancia il suo movimento
Carlo Calenda, uno dei dissidenti del Pd protagonisti tra gli indiscussi protagonisti di questo agguerrito scorcio d’estate, si prende la scena social anche oggi, nel giorno del giuramento del Conte bis. E così, tra un botta e risposta con Andrea orlando – con cui battibecca anche citando Churchill – e uno sgambetto a Renzi, che anticipa sui tempi, apre la scissione nel Pd e lancia un nuovo movimento politico che, dice presentando online il suo progetto, sarà «la casa dei riformisti».
Carlo Calenda anticipa Renzi: apre la scissione nel Pd
Anzi, nell’ordine: per prima cosa, un Calenda in forma smagliante, sdraia Di Maio che, sostiene, «agli Esteri rappresenta bene la nostra rinuncia ai valori di serietà e competenza». Un giudizio tranchant che l’ex Pd, fresco di dimissioni, affida a Twitter, in una serie di risposte ai suoi follower, sulla scelta di mettere l’ex vicepremier al vertice della diplomazia italiana nel nuovo governo Conte. «Le caselle dei ministeri diventano solo appagamento delle ambizioni individuali senza nessun collegamento con il bene del Paese. Punto», aggiunge ancora, sottolineando a stretto giro in un altro tweet: «Di Maio ha vinto. Ha messo suoi fedelissimi in tutti i ministeri chiave e alla Pdc. Il M5S ha risuperato il Pd nei sondaggi e Conte lo rafforzerà ulteriormente. Non siate ingenui».
non sono mai stato un “aficionados” di Calenda, non perché non ritenessi corrette alcune sue idee quando era ministro, non perché non lo ritenessi capace e comunque preparato ( cosa che nel Bel Paese e’ alquanto arduo trovare come e’ alquanto arduo trovare un qualsivoglia politico, salvo rare eccezioni, che sappia usare il congiuntivo), ma semplicemente perche’ stava nel Pd. Debbo comunque ammettere che, sino ad ora, e’ stato l’unico che ha dato seguito a cio’ che ha sempre affermato, dalle parole ai fatti, una persona con la schiena diritta e non con lingua biforcuta. Non e’ quindi un “quaquaraqua'”, a differenza di altri noti che, almeno sino ad ora, se ne sono stati nell’ombra nonostante i proclami.