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Carabiniere ucciso, la posizione di Hjorth si aggrava, la difesa rinuncia al Riesame: resta in cella

Carabiniere ucciso, la posizione di Hjorth si aggrava, la difesa rinuncia al Riesame: resta in cella

Cronaca - di Redazione - 16 Settembre 2019 - AGGIORNATO 16 Settembre 2019 alle 13:48

Un passo indietro: il giovane americano accusato dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabiniRega insieme con il connazionale reo confesso Finnegan Lee Elder, rinuncia all’udienza del Tribunale del Riesame. Resterà in carcere. E il suo legale spiega perché.

Carabiniere ucciso, l’americano Natale Hjorth rinuncia al riesame

Christian Gabriel Natale Hjorth ha rinunciato al ricorso presso il Riesame: Resta dunque in carcere il giovane americano, accusato dell’omicidio del giovane carabiniere: «Abbiamo preferito così perché la Procura è la seconda volta che deposita nuovi atti a ridosso del Riesame – spiega il difensore di Natale, Francesco Petrelli –. Inoltre la Procura ci ha comunicato che c’è ancora attività istruttoria in corso e a noi serve tempo per analizzare i documenti agli atti con i nostri consulenti». Ma come l’avrà presa il giovane accusato del delitto insieme all’amico? Anche a questo risponde il suo legale, che a riguardo ha spiegato: «Natale ha appreso oggi dei nuovi atti emersi dalle analisi del Ris che aggravano la sua posizione: le sue impronte digitali sul pannello del controsoffitto nella stanza dell’hotel “Le Meridien” a Roma dove era nascosto il coltello con cui è stato ucciso Cerciello Rega e le immagini e i video trovate nel suo telefonino dai carabinieri del Nucleo Investigativo con una grande quantità di armi e droga».

La famiglia di Cerciello: «Facciamo lavorare la Procura»

Tutto sembra inchiodarlo e, contestualmente, abbassa notevolmente le possibilità di un provvedimento di scarcerazione. Dunque, la difesa di Natale «ha rinunciato a proseguire sulla strada del Riesame: evidentemente c’erano elementi consistenti. Le impronte sono state abbastanza rilevanti, ha pesato un po’ tutto. Facciamo terminare l’ottimo lavoro che sta conducendo la Procura», ha detto il legale della famiglia Cerciello, l’avvocato Massimo Ferrandino. Una famiglia in attesa di risposte e di giustizia.

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di Redazione - 16 Settembre 2019