CasaPound oscurata sui social: l’indignazione di Feltri, Veneziani e Sansonetti
«Alla fine Facebook diventerà come gli spettacoli di Crozza, Luttazzi, Propaganda Live… una sala piena di borghesi globalisti radical chic ”di sinistra” che si autoconvincono della propria superiorità intellettuale e antropologica. ”Facebook è da vecchi”: ha ragione mia figlia». Su Twitter Simone Di Stefano, segretario di CasaPound commenta la cancellazione delle pagine del movimento e Forza Nuova da parte di Facebook e Instagram, avvenuta ieri. Eliminati anche numerosi profili di persone collegate alle due formazioni politiche. Una decisione che ha suscitato numerose polemiche.
«Considero molto preoccupante quello che è avvenuto – dice Marcello Veneziani, giornalista e scrittore – anche perché non si è trattato di un singolo caso, di una pagina per cui magari ci potevano essere degli estremi. Quando l’intervento riguarda più pagine è una vera e propria scelta politica, una censura politica, di movimenti che tra l’altro hanno anche una loro rappresentanza nei consigli comunali e che quindi hanno una loro presenza nel nostro Paese – continua Veneziani – Non capisco perché si debbano adottare questi provvedimenti, che poi sono ulteriormente aggravati se si pensa che esistono siti anarco-insurrezionalisti e movimenti antagonisti che invece non mi pare abbiano gli stessi problemi».
Vittorio Feltri, direttore di Libero, scrive su Twitter: «CasaPound e Forza Nuova espulsi da Facebook e da Instagram. Finalmente un provvedimento fascista. Io ho l’impressione che tutto questo sia da collegare con il passaggio di consegne al governo. Ho avuto anche un’esperienza personale di una pagina che è stata chiusa per tre giorni per una parola scritta 15 mesi prima. Evidentemente, è il vento che è cambiato». Duro anche Pietro Sansonetti, giornalista e scrittore, già condirettore dell’Unità e direttore di Liberazione, che tra poco tornerà in edicola con il Riformista. «Penso che sia una misura sciocca e di tipo autoritario. Ogni azione di censura è sempre un’azione negativa. Io sono per combattere la cultura dell’odio – spiega Sansonetti, che è stato anche ospite alla festa di Casapound che si è chiusa domenica scorsa nel veronese – ma questa va combattuta con la cultura, appunto, con la capacità di parlare, di comunicare e di convincere. La cultura della proibizione, che sta invadendo un po’ tutti, è figlia dell’odio e quindi non solo non lo combatte ma ne è assolutamente interna perché proibire è la massima espressione di odio. La proibizione – conclude Sansonetti – ha sostituito la vecchia cultura della violenza. L’odio va contrastato perché insopportabile e antisociale ma proibire significa accrescerne la quantità».
Casapound, la sinistra gongola
La sinistra come da copione gongola. «Io penso che le persone e le istituzioni che incitano all’odio vadano zittite– dice Corrado Augias, giornalista ed ex parlamentare dem – Viviamo in un’epoca in cui l’odio dilaga quindi tutti i provvedimenti dell’ambito della legalità che servono a mettere un freno all’odio sono benvenuti». In un tweet il consigliere capitolino dem Giovanni Zannola: «Facebook e Instagram oscurano i profili di #CasaPound perché incitano all’odio. Virginia Raggi ripartiamo da Zuckerberg e risolleciti il Prefetto al fine di sgomberare immediatamente la sede dell’associazione in via Napoleone III».
zuckemberg come beria (braccio destro di stalin). boicottare Facebook.