Cittadinanza “regalata” ai migranti: Di Maio frena lo “Ius culturae”, il Pd s’infuria
“Se ci sono i numeri, e Di Maio ci sta, facciamo lo Ius culturae. Se non ci sono i numeri, perché i Cinque stelle non ci sono, prendiamone atto. Ma non trasformiamolo in un tormentone come è stato fatto dal governo nel 2017, con un tragico errore”. La linea, a sé stesso ma anche al Pd, la dà Matteo Renzi in una intervista al Foglio, ma non tutti lo stanno a sentire, come Dario Franceschini, ministro della Cultura, che mette alla strette Di Maio, fortemente scettico sul provvedimento che darebbe la cittadinanza ai quei migranti minorenni che abbiano frequentato la scuola per almeno cinque anni.
Ospite di “Non è l’arena“, su La7, il capo politico del Movimento 5 Stelle ha bocciato la misura invocata dal Pd: “Lo Ius culturae non è oggi la priorità. Ogni governo che nasce ha delle priorità, noi abbiamo in sequenza il taglio dei parlamentari, la riforma della giustizia, la legge di bilancio. Poi da gennaio dobbiamo fare la riforma della sanità, la legge sul conflitto d’interessi, quindi un cronoprogramma da realizzare”. Ma Franceschini non ci sta: “Vedo che poco prima della riunione a Palazzo Chigi, Di Maio ha annunciato in modo ultimativo in tv una serie di posizioni sulla legge di Bilancio e su molto altro. Cose anche interessanti che credo impegnino il suo movimento, ma di certo non impegnano l’intera maggioranza“.
Un chiaro messaggio a Di Maio, con i grillini che anche su questo tema sembrano divisi: “Credo che sullo Ius culturae sia necessario aprire un sano dibattito nel paese, non è Ius soli. Non si deve fare domattina la norma, non dobbiamo regalare la cittadinanza, ma integrare i bimbi che lo meritano. Bisogna parlarne e capire anche cosa ne pensi il mondo della scuola direttamente interessato”, scrive su Facebook il sottosegretario all’Istruzione del M5S, Lucia Azzolina.
Cercano solo i voti degli immigrati, questa è la realtà; se ne fregano se poi una Norma del genere darà ancora più impulso ad approdare in Italia. Nè pensano di tutelare gli Italiani che oggi sono in evidente affanno : la priorità sono i clandestini, i terroristi, etc.