D’Annunzio a Trieste, è corsa al selfie. E Mughini: i croati non ci rompano i co…..i
La statua di Gabriele D’Annunzio convince i triestini: come documenta un video del quotidiano Il Piccolo non appena inaugurata la statua è stata oggetto di un vero e proprio pellegrinaggio di cittadini e curiosi che hanno posato vicino al monumento per uno scatto o per un selfie. E’ la migliore risposta a quanti hanno voluto sollevare polemiche su un grande letterato del Novecento italiano ed europeo e che avrebbero preferito che le imprese del Poeta-Vate rimanessero confinate nel dimenticatoio.
Sull’invasione di campo della Croazia a proposito della statua di D’Annunzio a Trieste è da ultimo intervenuto anche Giampiero Nughini, in una delle sue lettera a Dagospia: Caro Dago, mi ero immaginato – Dio quanto sono stupido! – che qualcuno del nostro neonato governo rispondesse garbatamente ma nettamente al governo croato che ci sta squassando le balle perché a Trieste è comparsa una statua di Gabriele d’Annunzio che sta leggendo un libro con un gomito appoggiato a una pila di libri… Non ci rompano però i coglioni se mettiamo un simil-D’Annunzio per le strade di Trieste. Quello è pienamente nel nostro diritto, nel diritto della nostra gente, nella memoria alta della nostra cultura”. Un modo per sottolineare l’ignavia del neonato governo giallo-rosso, che ha ignorato la vicenda, tutto occupato a spartire le poltrone tra i nuovi sottosegretari.
Ho già avuto occasione di rammentare come il Vate nulla avesse a che fare con il fascismo, era politicamente astemio e non per questo doveva odiare il vino. Peraltro il Duce aveva tentato più volte di attrarlo, un giorno il Poeta, per toglierselo d’attorno, acconsentì a tenere un discorso ai fascisti a piazza San Sepolcro, ma nella sorpresa generale non nominò mai il fascio e parlò con un profilo alto della Patria e dei valori del patriota in generale. Mussolini non la mando giù e tempo dopo a Salò, quando D’Annunzio era già morto , sbottò ” Io non amo i laghi , mi deprimono, non assomiglio a quella mummia di D’Annunzio che al Vittoriale faceva casa e bottega”.