Disoccupazione giù? No, meno gente cerca lavoro e si gode il reddito di cittadinanza
Il titolo dell’Istat, ripreso da molti giornali, è che ad agosto il tasso di disoccupazione continua la discesa, attestandosi al 9,5% con una riduzione di 0,3 punti rispetto al mese precedente. Ma dietro quel numeretto, che oggi sarà cavalcato politicamente dai grillini, Di Maio in testa (ma c’è da aspettarsi anche il giubilo del Pd…) c’è uno scenario di crisi completamente diverso da quello che l’Istituto di statistica prova a sostenere, nel segno dell’ottimismo.
Se è vero, infatti, che le persone in cerca di occupazione “sono in forte calo (-3,4%, pari a -87 mila unità nell’ultimo mese)” è pur vero che aumentano gli inattivi. Quelli tra i 15 e i 64 anni ad agosto crescono (+0,6%, pari a +73 mila unità) per entrambe le componenti di genere, maschi e femmine. Il tasso di inattività sale al 34,5% (+0,2 punti percentuali). Per intenderci, se cala la disoccupazione di quelli che cercano lavoro, aumenta allo stesso tempo la percentuale di quelli che neanche lo cercano: sarà per caso a causa del reddito di cittadinanza che induce le persone a godersi il sussidio statale invece che darsi da fare?
Gli inattivi, infatti, non fanno parte della forza lavoro e non sono né occupati né disoccupati, nel senso che non hanno un lavoro e non lo cercano neanche. Ora, quando diciamo che il tasso di disoccupazione in Italia è del 9%, non significa che il 12% degli italiani non ha un lavoro, ma che il 9% della forza lavoro (occupati e disoccupati) cerca un lavoro ma non lo trova. Basterebbe specificare questo, nelle statistiche, per dare un quadro più attendibile dell’occupazione in Italia.
A proposito: il bluff degli inattivi e il calo della disoccupazione spacciato per ripresa era spiegato molto bene da un personaggio che oggi resterà in silenzio: Beppe Grillo. Leggere per credere…
In più, quello che l’Istat – e neanche Grillo – non ricorda è che l’Italia è uno degli Stati Ue con il livello più alto di disoccupazione, terza dopo la Grecia (17,0% a giugno 2019) e Spagna (13,8). Situazione analoga per la disoccupazione giovanile, dove ad agosto la Grecia ha segnato il tasso più alto (33% nel secondo trimestre 2019), seguita dalla Spagna (32,2%) e dall’Italia (27,1%).