Ecco chi è Luciana Lamorgese, il prefetto che arriva al Viminale al posto di Salvini

4 Set 2019 18:58 - di Redazione
Luciana Lamorgese parla di migranti

E’ stata capo di Gabinetto dell’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano nell’esecutivo guidato da Matteo Renzi e, poi, capo di Gabinetto del  successore di Alfano, il piddino Marco Minniti: è Luciana Lamorgese, potentina, 65 anni e due figli, una laurea in giurisprudenza, il nuovo ministro dell’Interno che prenderà il posto di Matteo Salvini al Viminale. Forse il ruolo più importante, in questo momento, nel Conte bis.
Se c’è una cosa su cui le due anime politiche del governo appena nato rischiano di schiantarsi come il Titanic sull’iceberg, questa è la questione dell’immigrazione e, in particolare, i decreti Sicurezza firmati da Salvini che lascia il ministero dopo 14 mesi di scontri e polemiche sulle Ong. E, dunque, gli occhi di tutti sono ora appuntati proprio sul Viminale, la vera cartina al tornasole dei rapporti fra Pd e Cinquestelle in una coabitazione che più difficile non si può immaginare. Cosa farà la Lamorgese al prossimo sbarco? Adotterà fermezza come Salvini o cederà alle pressioni del Pd che sogna un’Italia invasa dagli immigrati?

Ex-prefetto di Venezia, con il sindaco del Pd, Giorgio Orsoni arrestato per le tangenti sul Mose, e di Milano, con il sindaco del Pd, Giuseppe Sala, condannato a sei mesi per falso per la gestione dell’Expo, la Lamorgese è entrata in carriera nel marzo 1979. Promossa alla qualifica di viceprefetto ispettore dal 1 gennaio 1989 e a quella di viceprefetto dal 1 gennaio 1994, ha prestato servizio a Varese, a Roma al ministero nella Direzione generale per l’amministrazione generale e per gli affari del personale e all’Ufficio centrale per gli Affari Legislativi e le Relazioni internazionali.
Nominata prefetto il 28 luglio 2003 ha ricoperto il ruolo di Direttore centrale per le risorse umane presso il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali. Dal 12 gennaio 2010 è stata nominata prefetto di Venezia. Il 20 maggio 2011 è diventata anche soggetto attuatore per l’espletamento di tutte le attività necessarie per l’individuazione, l’allestimento o la realizzazione e la gestione delle strutture di accoglienza nella Regione Veneto.

In una celebre intercettazione del 18 dicembre 2012 – l’esecutivo è guidato da Mario Monti e il Viminale da Annamaria Cancellieri – la Lamorgese, all’epoca Capo del Dipartimento personale e risorse del ministero dell’Interno, telefona alla 36enne Isabella Votino, stretta collaboratrice di Roberto Maroni, all’epoca freschissimo segretario della Lega, dialogando con grande scioltezza sul prefetto Francesco Paolo Tronca nominato da Alfano e Renzi commissario al Comune di Roma.
Nel luglio 2013 la Lamorgese sarà, poi, nominata capo di Gabinetto dal ministro Angelino Alfano, al posto di Giuseppe Procaccini, travolto dal caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, fermata in una villa a Casalpalocco con l’accusa di possesso di un passaporto falso e poi espulsa dall’Italia insieme alla figlia.

Considerata «molto intelligente», saggiamente equidistante nella politica e «con un’idea prospettica» dei problemi e delle soluzioni, la Lamorgese dal 19 luglio 2013 al 12 febbraio 2017 ha svolto le funzioni di Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno prima con Angelino Alfano e poi con Marco Minniti che l’ha quasi subito spedita poi a Milano dove ha dovuto, necessariamente, dialogare con la Lega.
Dal febbraio 2017 all’ottobre 2018 ha assunto l’incarico di Prefetto di Milano. Il 13 novembre scorso il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte, ha deliberato la sua nomina a Consigliere di Stato. Toccherà a Lamorgese affrontare il tema dell’immigrazione dopo la politica di chiusura messa in campo dal leader della Lega.

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