Fanno polemica persino sulla statua di D’Annunzio. La Meloni li zittisce (video)
Trieste ha inaugurato in piazza della Borsa la statua a Gabriele D’Annunzio. La scultura del bergamasco Alessandro Verdi rappresenta il Vate seduto su una panchina che legge melanconico un libro. E la sinistra insorge. «Come sindaco di #Trieste – ha detto Roberto Dipiazza – ho sentito il dovere di omaggiare un grande italiano, un grande poeta, un grande letterato come Gabriele d’Annunzio, che ha vie, piazze e scuole che lo ricordano in tutto il Paese e che tutto il mondo ci invidia». Giorgia Meloni ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post con il video dell’inaugurazione. La leader di FdI, con le sue parole, ricorda la grandezza del Vate e quindi zittisce chi ha montato una vergognosa polemica. «L’inaugurazione a Trieste di una statua dedicata a Gabriele D’Annunzio – ha scritto la presidente di FdI – nel centenario dell’impresa di Fiume è un’iniziativa estremamente importante perché rende onore alla memoria di un grande italiano che ha segnato la storia nazionale. Il nostro ringraziamento va al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e a tutta la giunta, ai quali va riconosciuto il merito di aver portato avanti con coraggio e determinazione questa scelta».
Una scelta quella della giunta di centrodestra guidata da Roberto Dipiazza che ha provocato molte polemiche ed è sfociata anche in una raccolta firme. In prima linea, naturalmente, i sinistrosi che hanno definito “offensiva” la statua. E non bastavano le polemiche del Pd, anche la Croazia ha condannato la decisione della città di Trieste di dedicare un monumento a D’Annunzio. L’ambasciatore italiano, Adriano Chiodi, ha ricevuto una nota in cui si legge che si tratta di una “decisione di autorità locali” e non dello Stato. Sempre nella nota del ministero degli Esteri croato si legge che «questo tipo di atteggiamento, assieme alla celebrazione dell’anniversario dell’occupazione di Fiume in diverse città italiane, infrange i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due paesi e onora un’ideologia e un operato che sono profondamente contrari ai valori europei». Polemiche che per Dipiazza sono «davvero incredibili».
D’Annunzio, le repliche alla Croazia
Alle polemiche replica FdI. «È davvero ingenerosa la posizione della Presidente croata Grabar Kitatrovic sulla figura di D’Annunzio – ha detto il coordinatore regionale e deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto –uno dei maggiori poeti della letteratura italiana, se non addirittura di livello mondiale. Troviamo esagerate le parole rivolte nei confronti degli amministratori locali del Comune di Trieste e dell’Italia, paventando addirittura possibili future tensioni nei rapporti tra i due Paesi». E poi ancora: «Giova ricordare che la storia è una e che le sensibilità politiche non devono offuscare il giudizio oggettivo storico sull’impresa di Fiume che pure in Italia non viene vista come un “atto fascista” ma come un’azione messa in atto dai più alti valori umani di amore per la Patria». «Quella di D’Annunzio a Fiume – aggiunge Claudio Giacomelli, segretario provinciale FdI di Trieste – non fu un’azione politica ma un’azione patriottica figlia del suo tempo che l’Italia ha il dovere di raccontare perché fa parte della sua storia. Non ci sembra il caso di fare polemiche tra paesi amici (polemiche probabilmente dettate da esigenze di politica interna croata). D’altro canto una statua di Napoleone a Parigi non è certo un attacco della Francia ad Austria, Inghilterra e Russia. Cerchiamo di vivere nel presente. Saremmo comunque lieti – concludono i due esponenti di FdI – di presenziare come atto di doverosa riconciliazione a una futura inaugurazione di un monumento sul luogo in cui morì Norma Cossetto, situato in Croazia e lasciato alla più completa incuria e alla vegetazione». Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, in tweet scrive: «Chi protesta per la statua di d’Annunzio a Trieste è semplicemente un idiota. In qualsiasi parte del mondo viva. #Trieste #Fiume #dannunzio”».
Noi Italiani… un popolo di voltafaccia, inaffidabili. Abbiamo rinnegato il nostro passato, la nostra storia. Dopo l’ultima guerra abbiamo lasciato cambiare i nomi delle strade, delle piazze e delle città per intestarle a personaggi di sinistra. I nostri governanti di allora avrebbero ceduto, senza batter ciglio, Trieste a Tito così come hanno fatto con l’Istria e la Dalmazia (trattato di Osimo del 1975) . A Trieste furono i Triestini a ribellarsi, a voler restare Italiani!!!! (proprio come adesso per il monumento). Dell’Istria e la Dalmazia conosciamo bene la storia delle foibe e dei profughi. A Pescara, città natale del Poeta, i sinistri si oppongono al rientro delle spoglie di D’Annunzio, vorrebbero cambiare il nome della strada e dell’ Università a lui intestate. Morale: in questa Italia tutto ciò che non è di sinistra va cambiato o non s’ha da fare!
I croati parlano di “valori europei”? Non sanno nemmeno cosa dicono: ieri infoibavano gli Italiani, negli Anni Novanta ammazzavano tutti nella guerra civile yugoslava. Non possono dare lezioni a nessuno!