Giorgia Meloni oggi parla ad Atreju. Con lei un popolo pronto alla grande battaglia

22 Set 2019 9:30 - di Francesco Storace

Un’invasione tricolore chiuderà oggi Atreju 2019. Una festa immensa, senza paragoni quanto a partecipazione popolare. E toccherà ancora una volta a Giorgia Meloni salutare una tre giorni davvero suggestiva, emozionante. Che bello vedere caricati a mille quanti ieri osannavano Viktor Orban cantando l’immortale “Avanti ragazzi di Buda”. Attorno a quella musica evocativa, la voglia di combattere per un’Europa davvero libera, dopo le parole soporifere, per carità ascoltate con rispetto e tanta noia, del presidente del Consiglio Conte.
La sensazione che si registra è quella del grande balzo in avanti di Fratelli d’Italia. La percentuale del 10% non sembra già un’utopia. E magari in Umbria – profetizza il senatore Zaffini – sarà raggiunta e superata già alle regionali. Oggi a mezzogiorno la leader della destra italiana indicherà la strada di un’opposizione dura ma non lunga, perché questo governo abusivo che si è insediato non potrà e non dovrà durare più di una stagione. La battaglia sarà in Parlamento e nel Paese.

Da Atreju le priorità dell’azione politica

Ad Atreju, in queste giornate, sembra essersi riaperta una speranza di battaglia politica unitaria contro la sinistra. Salvini ha raccolto la sfida presidenzialista e ha accettato un principio che è fondamentale: la legge elettorale deve prevedere alleanze per governare prima delle elezioni e non dopo. Esattamente come accade nel territorio, nei comuni come nelle regioni, anche a livello nazionale quella deve essere la priorità.
Poi, i contenuti dell’azione politica, che dovranno farsi programma per il governo di domani. Sull’economia, con una drastica riduzione delle tasse; sull’immigrazione, finalmente con il blocco navale. Può star certa, Giorgia Meloni, che il suo popolo non arretrerà di un millimetro di fronte alla chiamata alla grande battaglia politica contro la sinistra vergognosamente unita in un patto di potere con i Cinquestelle.

Militare dalla parte giusta, quella della Nazione

Anche oggi avrà di fronte a sé un popolo sempre più vasto, la presidente di Fratelli d’Italia, con un numero sempre più impressionante di giovani fieri della loro militanza. Li guardi e sai che sono come te, venti, trenta, quarant’anni, pronti a seguire la rotta indicata dal vertice del partito. E in fondo questa è stata e sarà la destra italiana. Una comunità che non sta lì ad elemosinare pezzi di potere, come si fa altrove. Ma che si batte per davvero per la Patria, per un’Italia finalmente più giusta. Da cui non si debba più espatriare per trovare fortuna.
Non è fiaccata, questa gente, dall’opposizione in cui si trova transitoriamente con i suoi beniamini. E’ entusiasta – e proprio Atreju lo dimostra ogni edizione sempre di più – di militare dalla parte giusta. Che non è solo quella di una parte, nobile, come è la Destra. Ma è la Nazione nel suo voler presentarsi sempre a testa alta al cospetto del mondo. E se questa bandiera orgogliosa la issano al cielo i nostri militanti più giovani, vuol dire che idee forti rappresentate da personalità oneste renderanno migliore l’Italia. Che è stata troppo a lungo trascinata in basso da una politica pigra e serva di altri poteri.
In fondo, anche questo è stato il confronto tra il premier Conte e la platea di Atreju. Basta guardare quei ragazzi che sbadigliavano mentre il premier pretendeva di compiacersi persino di fronte a tutti noi.

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