Lo sfogo di Jovanotti contro gli ambientalisti: quel mondo è una fogna
Non l’ha presa bene, Jovanotti, l’opposizione di parte del mondo ambientalista al suo Jova Beach Party. 15 concerti in location balneari per lanciare assieme al WWF una campagna per combattere l’uso della plastica.
La visibilità di Jovanotti ha scatenato infatti rivalità e sommovimenti nel mondo ambientalista, elementi che hanno avuto una ripercussione negativa sull’iniziativa e hanno fatto andare su tutte le furie l’artista che così si sfoga in un lungo post su Facebook: “Non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, cialtroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo, narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al ‘fact checking’ di molte testate. Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato della scarico della fogna di Nuova Delhi!”.
“Quando abbiamo iniziato a progettare il Jova Beach Tour – scrive nell’incipit – la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il Wwf per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza. Il Wwf perché è una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori”.
Ed ecco che cosa si è scatenato: “Un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così. Addirittura – entra nel merito – ‘Lega ambiente’ e ‘Ente Nazionale Protezione Animali’ recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche)”. “Hanno detto che abbiamo abbattuto alberi, sterminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando – ironizza Jovanotti – sia Don Camillo che Peppone. Io ogni giorno da novembre scorso mi confronto, e con me i responsabili della produzione, con il Wwf e chiediamo a loro se le cose che girano in rete sono credibili e la riposta è sempre stata, dopo ogni verifica fatta, che non lo sono”.
“Pensate – si sfoga Jovanotti – che in una spiaggia una delle tante denunce preventive che abbiamo avuto sosteneva che avremmo danneggiato una specie floreale e allegava foto specifiche che poi si sono rivelate essere fiori che crescono nel sud del Pacifico, fiori che nel Mediterraneo non esistono neanche dal fioraio. Hanno detto bugie a raffica, ogni giorno taggando me per sbracciarsi nella folla dei social per un follower in più”. “Jova Beach Party – chiarisce il cantante – non si mette maschere, è tutto alla luce del sole, siamo stati costantemente controllati, monitorati dalle autorità che giustamente verificano ogni singolo dettaglio. Jova Beach Party parla di comportamenti da adottare con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale a centinaia di migliaia di persone intelligenti, aperte, evolute, e non lo fa via Twitter ma sul posto, e lo fa senza puntare il dito per darsi delle arie, lo fa senza infondere assurdi sensi di colpa a una generazione che deve trovare entusiasmo nell’idea di cambiamento e di progresso e non imbattersi in cupi pseudo amanti della natura buoni solo ad inquinare il web con le loro cazzate e anatemi”. “L’ecologia è una scienza – conclude così il post Jovanotti – se si trasforma in terreno di scontro di tifoserie è un danno per tutti, non si tratta di giocare a discutere se la terra è piatta o se l’aglio scaccia i vampiri ma di scienza, comportamenti, tecnologia, obiettivi a breve e lungo termine, politiche locali, nazionali e internazionali, studio, ricerca, ispirazione, competenza, risorse, investimenti, impegno, analisi seria dello stato delle cose, senza panico e con voglia di collaborare”.
Quando si è toccati negli interessi si cambia sponda
Non offendiamo Nuova Delhi perché le fogne non hanno confini
perché sono molto democratiche ne razziste ne discriminatorie
tutto il resto è fognatura