Marco Travaglio al veleno contro Renzi: «Non sei solo furbo, sei anche fesso»
La scissione di Matteo, gli imbarazzi, le conseguenze. Marco Travaglio, sul Fatto Quotidiano, inizia raccontando un episodio del passato, risalente al 2010. Disse a Renzi che era un furbo fesso. E ora glielo ripeterebbe, «perché tutta la sua parabola politica è riassunta in quei due aggettivi ossimorici»,
«È più forte di lui», scrive Travaglio, «appena fa una furbata, la rottama subito dopo con una fesseria». E giù con gli esempi: «La furbata del Patto del Nazareno e la fesseria del golpe anti-Letta senza passare dal voto». «La furbata degli 80 euro che portò il Pd al 40,8% alle Europee e la fesseria di sentirsi onnipotente». E ancora, «la furbata della rottamazione e la fesseria della restaurazione (con Alfano, Verdini, il Jobs Act, la controriforma elettorale e costituzionale)». Ma «dopo la tranvata referendaria, niente più furbate ma solo fesserie», come la storia di Bersani e quella della Boschi. «Poi, quest’estate, una nuova furbata: spingere Zinga, che puntava dritto al voto come Salvini, e costringerlo a fare il governo con Di Maio. Ma ecco subito dopo la fesseria: la scissione».
Quale sarebbe il suo dissenso dalla linea di Zingaretti?, si chiede Travaglio. Il governo con il M5S che Renzi ha imposto? «E se ora rientrano D’Alema, Bersani e Speranza, questa non è la causa ma l’effetto della sua uscita». Quella di Renzi «più che un’esplosione di energia fa pensare alla manutenzione delle poltrone. Roba da socialdemocratici, nel senso del Psdi. Quelli che si fermò un’auto blu, non ne scese nessuno ed era Nicolazzi».