Overdose di cocaina: prete salvato dagli studenti in gita scolastica

9 Set 2019 16:47 - di Redazione

Un sacerdote ligure è andato in overdose di cocaina mentre accompagnava in gita a Cremona alcuni ragazzi di una scuola media di Alassio. Il fatto è avvenuto a giugno, ma era rimasto riservato fino ad oggi, quando lo “scandalo” ha iniziato a circolare ed è stato interpellata la Diocesi di Albenga-Imperia per chiarire come siano andati i fatti.

Il prete doveva “accudire” gli studenti

A soccorrere il religioso sono stati gli stessi ragazzi di cui aveva la custodia. Il prete è stato portato in ospedale dove sono accorsi gli agenti della squadra Mobile a interrogarlo. Il prete è stato segnalato alla prefettura per possesso di stupefacenti per uso personale e in questi giorni sta iniziando un percorso rieducativo con il personale del Nucleo Operativo Tossicodipendenze della prefettura.

«La vicenda è stata affrontata con tempestività. Non ci sono stati o danni a terzi, soprattutto ai minori – ha dichiarato il vescovo di Albenga-Imperia Giacomo Borghetti – Il soggetto è stato ripreso da me, abbiamo parlato e ovviamente abbiamo concordato un piano terapeutico e di recupero e devo dire che è molto collaborativo». Non è purtroppo il primo caso di religiosi che finiscono sulle pagina della cronaca nera.

La comprensione del vescovo sul prete in overdose di cocaina

Monsignor Borghetti ha confermato che, comunque, il sacerdote è stato temporaneamente sospeso dagli impegni pastorali. «Abbiamo concordato un piano terapeutico e di recupero – ha ribadito -. Mi sono stupito, che notizie del genere, escano soltanto ora». Quanto all’evento in sé, il vescovo preferisce parlare di malore conseguente l’assunzione di sostanza stupefacente, più che di overdose. «Il termine overdose ha un significato clinico ben preciso – sottolinea del resto Borghetti -. Quella del malore è la versione più vicina alla verità».

Se il sacerdote alla fine sarà o meno sospeso definitivamente dal proprio mandato pastorale «dipenderà dall’esito di questo percorso di recupero – ha anche spiegato il vescovo -. Lui, comunque, mi sembra collaborativo, si è reso conto di aver commesso un errore. È come una persona che, saputo di aver contratto la polmonite, accetta di andare in ospedale, ed ora è convalescente».

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