«Posti di lavoro offresi. Citofonare Di Maio». Il manifesto che sberleffa Giggino
«A.A.A. Posto di lavoro offresi. Citofonare Di Maio (solo per appartenente al clan degli amichetti)». Sui muri di Pomigliano d’Arco, città natale di Luigi Di Maio, fa bella mostra di sé in questi giorni un manifesto che, nome per nome, denuncia come «gli appartenenti al clan» siano stati sistemati in posizioni di lavoro vantaggiose, dall’incarico a Palazzo Chigi al trasferimento in una sede vicini casa, fino alla promozione a collaboratore di una europarlamentare. Un manifesto che, con sarcasmo, si conclude facendo il tifo per l’ultimo nome rimasto, l’unico a non essere stato ancora piazzato: «Dai che ce la fai».
Così sono stati sistemati gli amici di Giggino
«Dario De Falco, candidato sindaco, consigliere comunale M5S desaparecido, a Palazzo Chigi con uno stipendio di 10mila euro, senza curriculum, su raccomandazione dell’amico suo», si legge sul manifesto, che poi prosegue citando il caso di Salvatore Esposito: «Consigliere comunale 5S. Trasferito dalla Leonardo di Nola a quella di Pomigliano (vicino a papà e mammà) saltando ogni lista di attesa». Infine, Mimmo Migliorini Ciarambino, «in arte marito della consigliera regionale 5S Valria Ciarambino, assunto come collaboratore della parlamentare europea 5S Chiara Gemma».
Ne resta solo uno: «Dai che ce la fai»
«Manca solo il consigliere Salvatore Cioffi e il cerchio è chiuso. Salvatore, siamo con te! Dai che ce la fai», è l’incitamento del manifesto, che è firmato con i simboli dei gruppi consiliari di Pomigliano d’Arco, fra i quali spicca quello di Forza Italia. Dunque, ufficialmente si tratta di una denuncia che viene da gruppi avversari al M5S. Secondo la stampa locale, però, la faccenda non sarebbe così lineare e dietro la denuncia del fatto che «uno vale uno» vale di più se sei del «clan degli amichetti» vi sarebbe «fuoco amico».
E l’insider rivela: «La matrice è interna al M5S»
«La matrice del manifesto è chiaramente interna al Movimento 5 Stelle, spia del grande disagio, polemiche, confusione e fermento che regna ormai nel ventre grillino», scrive il direttore del giornale online La domenica settimanale, Arnaldo Capezzuto, collaboratore del Fatto Quotidiano che ha lavorato, tra l’altro, «nell’area comunicazione del gruppo consiliare regionale della Campania del Movimento 5 Stelle in qualità di esperto», come si legge sul suo profilo professionale. «Il Movimento 5 Stelle rischia di implodere, nel concreto le sue pratiche interne si discostano molto dai principi fondativi e dalle belle parole iniziali che nei fatti restano belle parole», scrive ancora Capezzuto, rimandando poi a un altro articolo del suo giornale che denunciava: «Familismo a 5 Stelle: scocca l’ora dei complotti e delle trappole ad orologeria».